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Calabria, la candidata Bruni a Fanpage: “Questa Regione merita di più, è una sfida ma ce la faremo”

“Si tratta di programmare e realizzare una strategia complessiva che tenga conto della valorizzazione del nostro patrimonio di bellezze naturali, delle esigenze degli enti che hanno bisogno di personale, di verificare la necessità anche della pubblica amministrazione e di creare condizioni favorevoli per quegli imprenditori che intendono assumere giovani. La pandemia? Bisogna accelerare sulle vaccinazioni”: lo ha detto in un’intervista con Fanpage.it Amalia Bruni, candidata del centrosinistra alle elezioni regionali in Calabria.
A cura di Annalisa Girardi
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Si avvicinano le elezioni regionali. In Calabria, dopo il dietrofront di due diversi candidati, il centrosinistra ha schierato la scienziata Amalia Bruni, ricercatrice nota per essere stata tra le prime ad aver scoperto la "presenilina", il gene più diffuso dell’Alzheimer. Se eletta, toccherà a lei occuparsi di risanare la Sanità calabrese, dopo anni e anni di commissariamento. Non solo, dovrà anche occuparsi di rilanciare la ripresa economica, in una delle Regioni dove l'occupazione è ai minimi, specialmente per giovani e donne. Fanpage.it l'ha intervistata, ecco cosa ci ha detto.

La ricerca del candidato alle elezioni regionali in Calabria per il Pd è stata piuttosto complessa, tra rinunce e perplessità. Come le è arrivata la proposta e quale è stata la sua prima reazione?

L’idea di una candidatura mi è stata fatta balenare da alcuni amici cari che hanno dialogato con la politica e  mi hanno spinto a riflettere sull’ipotesi di una mia candidatura come presidente alle elezioni Regionali. La prima reazione, naturalmente è stata quella di dire no assolutamente. Non ho mai pensato di fare politica attiva e non credevo di avere la propensione a farla. Poi però, piano piano ho riflettuto, ho parlato con molta gente che mi ha incoraggiata, ho posto le mie condizioni, tra le quali avere una coalizione quanto più larga possibile, far salire a bordo persone di qualità, con competenze ed  esperienze positive. Poi, mi pare ovvio che accetterò consigli da tutti ma interferenze da nessuno, e alla fine ho accettato.

Uno dei temi principali che il nuovo governatore dovrà affrontare sarà sicuramente quello dell’emergenza sanitaria e della pandemia, nel caso in cui venisse eletta quali saranno le sue priorità?

Della sanità ne parlano tutti, ma io vedo molta confusione. Per motivi professionali conosco molto bene il settore e tutte le criticità. Sul debito dobbiamo capirci bene. Innanzitutto va quantizzato, poi la parte che è stata generata dai commissari deve essere ripagata dal governo, quella che è attribuibile alle gestioni calabresi sarà ripagata dai calabresi. Non è assolutamente concepibile che dobbiamo accollarci debiti che non abbiamo fatto noi. Sulla pandemia mi pare chiaro che bisogna accelerare sulla vaccinazione, dobbiamo proteggere le persone fragili e tutta la popolazione, mettendo in condizione alunni e insegnanti di riprendere la scuola abbandonando la didattica a distanza che ha mostrato tutti suoi limiti e che purtroppo vedremo tra qualche anno i suoi effetti negativi.

Come sta andando la campagna vaccinale in Calabria? Cosa farebbe per migliorarla?

I dati delle vaccinazioni non sono in linea con quelli nazionali, sicuramente va migliorata la campagna informativa. In mancanza di obbligatorietà, che a mio avviso dovrebbe riguardare tutto il personale sanitario e tutto quello scolastico bisogna insistere sulla persuasione, utilizzando al meglio anche il rapporto di fiducia che esiste tra medico di base e paziente, facendo capire che oggi vaccinarsi significa (con percentuali fino al 90%) evitare il contagio, o la terapia intensiva e anche il decesso. I cittadini devono capire che vaccinarsi è un dovere morale perché col vaccino si protegge sé stessi e il resto della comunità.

C’è il problema della disoccupazione che come in altre Regioni del Mezzogiorno riguarda specialmente  donne e e giovani, quali politiche servirebbero per incentivare le opportunità per giovani e donne in Calabria?

Il problema è serissimo e la situazione grave, non solo per i numeri della disoccupazione giovanile che supera, secondo una ricerca Eurostat il 52%, peggio di noi fa solo la Sicilia. La nostra media fa paura, siamo oltre il 20% rispetto alla media nazionale. Non esiste un rimedio unico, ci vorrebbe una bacchetta magica e io non ce l’ho. Si tratta di programmare e realizzare una strategia complessiva che tenga conto della valorizzazione del nostro patrimonio di bellezze naturali, delle esigenze degli enti che hanno bisogno di personale, di verificare la necessità anche della pubblica amministrazione e di creare condizioni favorevoli per quegli imprenditori che intendono assumere giovani. Occorre una strategia precisa che la nostra coalizione indicherà chiaramente nel programma che presenteremo agli elettori.

Questo è anche un tema al centro del Pnrr per il rilancio dell’economia dopo la crisi da coronavirus. Secondo lei nella sua Regione quale deve essere il focus per la ripartenza? 

Tutti noi vogliamo un’Italia più moderna, funzionale, sburocratizzata e digitalizzata. E vogliamo che questo avvenga anche in Calabria dove la strada per la transizione ecologica è più lunga e complicata, ma non per questo dobbiamo arrenderci. Dobbiamo creare le infrastrutture necessarie per invogliare a investire in questa splendida terra creando nuovi posti di lavoro. Una bella sfida e con l’aiuto di tutti sono sicura di farcela, la Calabria non merita di restare in questo stato e utilizzeremo tutti gli strumenti a disposizione per invertire questa tendenza.

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