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Covid 19

Boccia assicura: “L’app immuni non scatenerà nessuna caccia all’untore”

Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, prova a rassicurare gli italiani sull’utilizzo dell’app Immuni, che verrà impiegata per provare a tracciare i contatti delle persone contagiate: “La app Immuni è assolutamente rispettosa della privacy: questo sistema non innesca nessuna ‘caccia all’untore'”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’app Immuni non porterà a una sorta di caccia all’untore. Ne è sicuro il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. Che in videoconferenza con l’Ordine degli avvocati di Roma garantisce: “La app Immuni è assolutamente rispettosa della privacy: questo sistema non innesca nessuna ‘caccia all'untore', come pure qualcuno ha sostenuto e scritto”. Secondo Boccia l’app “fornisce semplicemente all'utente le informazioni utili per l'autodiagnosi, i dettagli per contattare il dipartimento e la Asl; non avvisa in tempo reale se si è vicini a un positivo, non accede alla posizione Gps il cui sistema non viene utilizzato in alcun modo; utilizza invece la tecnologia bluetooth. Il progetto è nato per essere in futuro operativo a livello europeo”.

Attraverso Immuni, afferma ancora il ministro per gli Affari regionali, si può “arrivare più velocemente di come arrivavamo quando scrivevamo ‘a mano' i positivi e i loro contatti. Ma le modalità con tutti i dati saranno distrutti a fine anno: ciò sarà assolutamente fatto e c'è il massimo e più totale rispetto per la privacy, con un rigore voluto e preteso dal Governo italiano su tutti i dati personali”.

La fase che stiamo vivendo in questi giorni è quella di una “nuova normalità” per Boccia, che sa bene che “non abbiamo la certezza che non ci potranno essere nuovi contagi. Purtroppo, ci saranno; e ci saranno soprattutto nei luoghi di lavoro”. “Abbiamo imparato la lezione: il coronavirus non è scomparso e non è sparito; e non è diminuito perché lo contiene una cura particolare, ma perché siamo rimasti a casa”, prosegue il ministro per gli Affari regionali. Ma ora “non possiamo restare a casa ‘sine die'. Ora che ripartiamo, faremo un nuovo passo avanti con le Regioni, misureremo gli effetti della riapertura con molta attenzione: le Regioni saranno responsabilizzate e saranno chiamate a rispondere sui numeri. Cammineranno con le loro gambe, ma quelle gambe dovranno essere aiutate dalle attività di prevenzione e anche dalla App Immuni che consentirà di tracciare tutti coloro che hanno ruotato intorno ai positivi, per intervenire prima rispetto al passato”.

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