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Beneficiari del reddito di cittadinanza potranno fare da steward nelle spiagge libere

La Liguria sarà la prima a sperimentare la proposta: i beneficiari del reddito di cittadinanza potranno essere impiegati nelle spiagge libere come steward, per controllare le prenotazioni dei cittadini, fatte tramite le app e i siti, o per distribuire cartellini corrispondenti agli stalli liberi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Beneficiari del reddito di cittadinanza impiegati come steward nelle spiagge libere, per controllare che i bagnati rispettino le regole, cioè il distanziamento sociale e il divieto di assembramento. La proposta è stata avanzata dal Movimento Cinque Stelle. La Liguria, con le linee guida che l'Ufficio di presidenza di Anci Liguria ha scritto per i Comuni (che sono anche liberi di non seguirle), è la prima Regione a mettere in pratica l'idea, ma altre Regioni potrebbero seguire il suo esempio. Tra i punti principali delle linee guida c'è appunto la possibilità per i Comuni di utilizzare chi ha il reddito di cittadinanza per fare lo steward sulle spiagge libere, il divieto di frequentazione ai venditori ambulanti, la possibilità che a gestire le spiagge libere siano i balneari, ma con ingresso gratuito e ritorno economico solo con il possibile affitto di sdraio e ombrelloni. Una app e un sito per prenotare il posto in spiaggia in anticipo.

L'atto sarà recepito dalla Regione Liguria a cui i sindaci hanno chiesto risorse per poter gestire la nuova situazione. Per ogni ingresso alle spiagge, preferibilmente unico, ci saranno operatori che controlletanno l'accesso dei cittadini che hanno prenotato il posto tramite l'utilizzo di app, e in mancanza di prenotazioni distribuiranno i cartellini con il numero corrispondente agli stalli liberi. Nel caso di più punti di accesso gli operatori saranno in contatto via radio per le comunicazioni. Ed è su questo servizio che potranno essere impiegati i percettori del reddito di cittadinanza.

Secondo gli ultimi dati diffusi dal presidente di AnpalMimmo Parisi, emerge che ad oggi sono 39.760 le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza, 11mila in più rispetto al 10 dicembre 2019 (+38,2%).

"Questi dati dimostrano – ha detto Parisi – che la fase 2 del Rdc è più che partita. E’ un ottimo punto di partenza per gli ulteriori passi necessari per portare a regime gli interventi finalizzati ad accompagnare i beneficiari al lavoro, come ad esempio l’Assegno di ricollocazione, il completamento dei sistemi digitali per un migliore scambio di dati e informazioni con i sistemi regionali e per facilitare il contatto continuo con il mercato del lavoro".

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