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“Basta invio di armi all’Ucraina, lavorare a negoziato”, la risoluzione di Sinistra Italiana

Sinistra Italiana presenta la sua risoluzione sulla guerra in Ucraina in vista delle comunicazioni di Draghi in Parlamento: “Sospendere la fornitura militare e favorire una descalation – chiede il partito di Fratoianni – spingiamo sul negoziato di pace”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mancano poche ore all'arrivo di Mario Draghi in Parlamento, oggi pomeriggio al Senato e domani alla Camera. Il presidente del Consiglio leggerà le sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue di giovedì e venerdì, poi ci sarà il voto sulle risoluzioni. Se quella di maggioranza è in alto mare, vista la lite che continua con il Movimento 5 Stelle per la questione armi, Sinistra Italiana – che è all'opposizione insieme a Fratelli d'Italia – ha già pronta la sua. A Palazzo Madama, questo pomeriggio, sarà presentata dalla senatrice Elena Fattori. Si premette la dura condanna alla Russia, ma anche la preoccupazione per "la prospettiva di un conflitto progressivamente alimentato per via indiretta sul modello delle guerre per procura e orientato da una strategia di logoramento, così come altrettanto deleteria è l’idea che questa guerra possa essere vinta da una delle due parti sul terreno militare".

Secondo Sinistra Italiana "la fornitura di equipaggiamento militare letale all’Ucraina si è rivelata del tutto inefficace rispetto all’ambizione dichiarata di creare migliori condizioni negoziali e rileva che questa è stata persino controproducente". Gli sforzi diplomatici sono ritenuti insufficienti, soprattutto da parte dell'Unione europea che dovrebbe invece avere un ruolo centrale. Poi la preoccupazione per l'allarme globale sul cibo, per la crisi umanitaria in Ucraina e anche per l'espansione a Est della Nato.

La risoluzione, che sarà presentata chiaramente da parte dell'opposizione e quasi sicuramente verrà bocciata, impegnerebbe il governo:

  • a lavorare nell’ambito del Consiglio Europeo per una forte iniziativa diplomatica dell’Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l’avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale e ad investire quindi su un nuovo protagonismo dell’Unione Europea per la pace, nel quadro di una sua effettiva autonomia strategica;
  • a informare tempestivamente il Parlamento sui dettagli e gli sviluppi del “piano italiano per la pace” e a ridefinirlo secondo le linee di indirizzo ricevute;
  • a continuare a garantire il massimo supporto e aiuto umanitario alla popolazione coinvolta nel conflitto, lavorando anche per garantire passaggi e spazi d’azione sicuri alla popolazione ucraina;
  • a sospendere la fornitura di equipaggiamento militare letale, concentrando tali risorse sull’assistenza umanitaria, e lavorare per favorire una progressiva descalation e alla apertura di canali negoziali;
  • ad attivare con urgenza trattative per lo sblocco degli stock di grano ucraino, a partire da quelli nel porto di Odessa, a rafforzare il sistema di aiuti umanitari contro le carestie emergenti e a contribuire a definire un contesto commerciale più equo per i prodotti agricoli e il potenziamento delle capacità di produzione sostenibile;
  • ad estendere l’applicazione della direttiva 2001/55/CE del Consiglio per la concessione della protezione temporanea anche alla popolazione straniera presente in Ucraina e ad altri casi di persone in fuga da conflitti e di lavorare per una riforma più ambiziosa delle politiche di asilo dell’Unione;
  • a proporre e sostenere in Consiglio Europeo la necessità di una profonda riforma della governance economica e del Patto di Stabilità e Crescita e a definire strumenti fiscali europei volti a compensare gli squilibri economici e sociali causati dalla guerra e dall’impatto asimmetrico delle sanzioni;
  • a respingere la prospettiva che la risposta emergenziale alla crisi energetica possa tradursi in un anacronistico e pericoloso rilancio dei combustibili fossili e ad anticipare la definizione di un tetto europeo al prezzo del gas con un’analoga misura a livello nazionale.

In sostanza Nicola Fratoianni e gli altri parlamentari di Sinistra Italiana chiedono di spingere sul negoziato, di insistere sul piano italiano per la pace e soprattutto interrompere l'invio di armi in Ucraina. Ma viene chiesta anche attenzione per i migranti che scappano dalla guerra in Ucraina, e di non fare passi indietro sui combustibili fossili per via dell'emergenza.

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