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Barcone di migranti in difficoltà, Guardia costiera libica riporta indietro i naufraghi

L’organizzazione Mediterranea Saving Humans ha denunciato l’ennesimo respingimento nel Mediterraneo: le milizie libiche hanno intercettato un gommone in difficoltà, catturato e portato indietro i naufraghi, a poche miglia dalla nave Mare Jonio, che si trovava in missione: “Vicino a noi si è oggi consumato l’ennesimo crimine finanziato dall’Italia con la complicità dell’Unione Europea”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ancora un episodio di respingimento in mare, messo in atto dalla Guardia costiera libica. Le milizie libiche hanno intercettato un gommone in difficoltà, catturato e portato indietro i naufraghi, a poche miglia dalla nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. Lo ha denunciato stessa organizzazione umanitaria. "Le milizie libiche hanno intercettato un gommone in difficoltà, catturato e portato indietro i naufraghi, a poche miglia dalla nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans", si legge in un comunicato diffuso dall'organizzazione Mediterranea, nel giorno in cui l'ong Sea Watch ha annunciato di aver soccorso 100 persone al largo della Libia.

"Mentre gioiamo per i bambini, le donne e gli uomini soccorsi da Sea Watch3 in queste ore, esprimiamo tutta la nostra indignazione per le altre persone che quasi in contemporanea venivano catturate dalla cosiddetta guardia costiera libica e riportate all'inferno davanti ai nostri occhi", si legge nella nota. "Durante le attività di monitoraggio di Mediterranea Saving Humans nella zona SAR, di ricerca e soccorso, attribuita alle autorità libiche, vicino a noi si è oggi consumato l'ennesimo crimine finanziato dall'Italia con la complicità dell'Unione Europea", ha scritto l'organizzazione.

"Alle 13.27 il radar della Mare Jonio ha battuto un segnale proveniente da un'imbarcazione che muoveva da Ovest, presumibilmente da Tripoli, ad alta velocità, oltre 20 nodi, procedendo verso Est e incrociando a Nord-Ovest la nostra rotta di pattugliamento. Sempre attraverso il nostro radar abbiamo compreso presto che puntava a un'altra imbarcazione quasi ferma, e quindi in evidente difficoltà, in posizione 33 38N 13 35E – viene spiegato nella nota – siamo rimasti in ascolto del canale radio vhf 16, sempre aperto su questo tipo di comunicazioni, attraverso il quale, però, i libici non hanno comunicato nulla. Alle 14.04 l'imbarcazione veloce aveva purtroppo raggiunto il suo obiettivo, a sole 10 miglia nautiche da noi. Quando 20 minuti dopo sono ripartiti, eravamo ormai a sole 6 miglia di distanza, tanto vicini da potere distinguere coi nostri binocoli, con chiarezza, di chi si trattasse".

"Abbiamo così dovuto assistere inermi all'intervento dei miliziani libici che, su motovedette donate dal nostro paese, e forse telecomandati dall'aereo di Frontex call-sign Osprey3 decollato alle 5:22 di stamane dall'aeroporto Luqa di Malta, violavano ogni convenzione internazionale operando un respingimento di decine di profughi verso le bombe e la tortura da cui tentavano di fuggire", ha rimarcato l'organizzazione.

"Raggiunto il punto in cui il loro povero mezzo era stato intercettato, abbiamo rinvenuto solo il relitto, un canotto grigio, coi tubolari danneggiati e sgonfiati, e, come sempre, il motore già portato via: cose e persone da rivendere allo stesso modo".

"Noi continuiamo ora la nostra missione – ha ribadito Mediterranea – monitorando e denunciando violazioni come questa, in un mare che i governi europei hanno reso teatro di morte e vergogna".

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