Assegno di Inclusione, il rinnovo non è automatico: le istruzioni Inps per fare domanda dopo 18 mesi

Dopo il primo ciclo di 18 mesi, chi vuole continuare a ricevere l’Assegno di Inclusione deve affrontare una nuova fase. La domanda di rinnovo non basta da sola: l'INPS, infatti, con il messaggio n. 3048 del 14 ottobre, ha chiarito che il beneficio si può rinnovare solo dopo un nuovo colloquio con i Servizi Sociali, l'aggiornamento dell’analisi multidimensionale e la verifica o modifica degli impegni già presi. Tutto questo avrebbe l'obiettivo di riattivare il percorso di inclusione sociale e lavorativa previsto dalla misura. Chi non rispetta i passaggi richiesti rischia ritardi o sospensioni nel pagamento.
Cosa fare per rinnovare l'Assegno di Inclusione Inps
La domanda di rinnovo dell'Assegno di Inclusione si presenta online attraverso il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS. Una volta presentata la richiesta per continuare a ricevere l'Assegno dopo le prime 18 mensilità, non basta però attendere l’esito: l'accesso al beneficio è strettamente legato al percorso di inclusione sociale e lavorativa che ciascun nucleo deve intraprendere, attraverso una serie di incontri e verifiche con i servizi territoriali. Il primo passo è rappresentato dal colloquio con i Servizi Sociali, che ogni nucleo familiare è tenuto ad affrontare; questo incontro non è solo di rito, ma serve a verificare e, se necessario, modificare il percorso di inclusione stabilito in precedenza.
Si tratta di una fase cruciale: il Servizio Sociale valuta se il piano già definito risponde ancora ai reali bisogni della famiglia, e lo aggiorna o conferma dopo un’analisi multidimensionale — un esame approfondito della situazione economica, sociale, lavorativa e abitativa del nucleo. Una volta registrato l’esito dell’analisi, il sistema informatico aggiorna lo stato della domanda e può anche sbloccare eventuali sospensioni del beneficio.
Cosa succede se un incontro con i servizi sociali non basta per il rinnovo
Nel caso in cui il primo incontro non sia sufficiente a completare la valutazione, sono previsti incontri successivi, che devono avvenire entro 90 giorni; questo periodo rappresenta una finestra utile per il completamento dell’iter con i Servizi Sociali, che possono convocare la famiglia o, viceversa, attendere che si presenti spontaneamente.
Cosa cambia per i componenti attivabili al lavoro
Dopo la valutazione aggiornata, si entra poi nella fase operativa: vengono qui ridefiniti gli impegni del nucleo all’interno dei Patti di inclusione sociale e lavorativa, con indicazione chiara delle prossime scadenze e degli obblighi verso i Servizi Sociali e i Centri per l’Impiego (CPI). In particolare, per i componenti attivabili al lavoro, cioè coloro che possono essere inseriti in un percorso professionale, scatta un doppio obbligo entro 60 giorni:
- sottoscrivere (se non già fatto) il Patto di Attivazione Digitale Individuale (PADI);
- presentarsi al CPI per firmare o aggiornare il Patto di Servizio Personalizzato (PSP), che stabilisce le tappe del percorso verso l’occupazione.
Percorsi che continuano anche senza assegno
Un aspetto importante sottolineato da INPS è poi che i percorsi di inclusione non si interrompono anche se il beneficio economico è temporaneamente sospeso o terminato. Se, dopo la domanda di rinnovo, il cittadino ha già aggiornato il PSP presso il CPI, il termine dei 60 giorni viene posticipato alla prossima scadenza utile di 90 giorni. Questo slittamento è però valido solamente se la valutazione multidimensionale è già stata effettuata.