8 marzo, 119 vittime di femmicidio nel 2021: i dati del Viminale

Oggi, 8 marzo, il Viminale ha diffuso i dati aggiornati sui femminicidi nel 2021: sono state 119 le donne uccise l'anno scorso, due vittime in più rispetto all'anno precedente. È quanto è emerso dal report del Servizio Analisi Criminale del ministero dell'Interno, struttura a composizione interforze, incardinata nell'ambito della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che rappresenta un polo per il coordinamento informativo anticrimine e per l'analisi strategica interforze sui fenomeni criminali e costituisce un utile supporto per l'Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza e per le Forze di polizia.
Nel 2021, il 91% dei femminicidi è avvenuto per mano del partner o di un ex. Considerando le sole donne uccise in ambito familiare/affettivo, le stesse sono vittime di partner o ex partner nel 68% dei casi (70 su 103). Negli altri casi risultano uccise prevalentemente da genitori o figli (21%, 22 su 103), mentre è residuale il caso di omicidi commessi da un altro parente (11%, 11 su 103).
In aumento i ‘reati spia'
Aumentano i cosiddetti ‘reati spia', quelli ritenuti possibili indicatori di una violenza di genere, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021: stalking, maltrattamenti e violenza sessuale. I retati ‘spia' hanno fatto registrare una crescita del 18% per gli atti persecutori, del 30% per quanto riguarda maltrattamenti contro familiari e conviventi, del 2% per le violenze sessuali. Per quanto riguarda l'incidenza delle donne sul totale delle vittime, è del 75% per gli atti persecutori, oscilla tra l'81% e l'83% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e tra il 91% e il 93% per le violenze sessuali.
Nel periodo considerato, anche l'azione di contrasto ha fatto registrare un tendenziale incremento complessivo: calano i denunciati per atti persecutori (-1%) e per le violenze sessuali (-12%), crescono quelli per maltrattamenti contro familiari e conviventi (+17%).
Per gli atti persecutori (cosiddetto "stalking"), l'azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita dell'efficacia fino al valore più basso nel 2020 (58% di reati scoperti tra quelli commessi), nel 2021 fa registrare una significativa inversione di tendenza, attestandosi al 66%.
Nell'ultimo anno l'incidenza dei reati commessi rapportati alla popolazione residente risulta più elevata in Sicilia, Campania e Puglia. Le regioni in cui, invece, si registra un'incidenza minore sono il Veneto, le Marche e il Trentino Alto Adige.
Anche per i maltrattamenti contro familiari e conviventi l'azione di contrasto, dopo un progressivo calo fino al valore più basso nel 2020 (71% di reati scoperti tra quelli commessi nell'anno), nel 2021 evidenzia un'inversione di tendenza, con un incremento della percentuale dei delitti scoperti che si attesta al 76%. Sicilia, Campania e Lazio risultano le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi; Valle d'Aosta, Molise e Liguria, sono quelle in cui tale incidenza è più bassa.
Anche per la violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme, nel 2021 resta sostanzialmente stabile l'efficacia dell'azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che cresce di un punto e si attesta al 61%. Sono l'Emilia-Romagna, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi rapportati alla popolazione residente, mentre Calabria, Basilicata e Abruzzo evidenziano i valori d'incidenza più bassi. Delle donne vittime, il 71% sono maggiorenni e il 77% di nazionalità italiana.