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Perché 2 cassintegrati Meridiana occupano una torre a 40 metri d’altezza dal 15 ottobre?

La vertenza Meridiana ha tanti punti oscuri che bisogna approfondire. Intanto, 2 operai continuano nella loro protesta sulla torre dell’aeroporto di Olbia, a 40 metri di altezza.
A cura di Michele Azzu
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Da due settimane Andrea Mascia e Alessandro Santocchini, cassintegrati della compagnia aerea Meridiana, occupano la torre dell’aeroporto di Olbia, a 40 metri di altezza. I loro colleghi stanno portando ovunque la loro protesta: sono stati ricevuti a Roma da Papa Francesco, che per loro ha lanciato un appello: “Dico a tutti i responsabili, nessuna famiglia rimanga senza lavoro”. Si sono fatti vedere al Roma Film Festival, come al meeting La Leopolda del premier Matteo Renzi, venendo ricevuti dal ministro Poletti. Oggi manifestano a Roma, in occasione di un nuovo incontro tra azienda, sindacati e ministero.

Ai meno attenti, la vertenza della compagnia aerea Meridiana, potrà sembrare la “solita” protesta italiana. Che va avanti da anni, tra proteste e trattative al ministero dello sviluppo, con i flash mob, gli scioperi, gli annunci e tutto il resto. Ho detto ai meno attenti. Perché la vicenda Meridiana è complessa, ci sono molti punti oscuri, e merita di esere approfondita. Insomma, perché tutto questo baccano, perché due persone da due settimane vivono su una torre con grave rischio e pericolo? Tanto che sono stati costretti a scendere a metà torre per le forti raffiche di vento. Ecco perché.

Meridiana ha sbattuto la porta in faccia al ministero. Pochi giorni fa Meridiana ha fatto sapere che le trattative erano chiuse, e che l’azienda avrebbe proseguito coi 1.634 esuberi. Il ministero dello sviluppo ha definito lo strappo dell’azienda: “Una scelta incomprensibile”, perché presa fuori dai tavoli ministeriali, dopo che dagli ultimi incontri sembrava tutto risolto con la mobilità per soli 90 dipendenti, quelli vicino alla pensione.

Uno dei più grandi licenziamenti collettivi. Se le cose non si risolveranno questo potrebbe essere uno dei più grandi licenziamenti collettivi degli ultimi anni. 1.634 procedure di mobilità che in pochi mesi diventeranno licenziamenti veri e propri.

C’è un’inchiesta penale in corso della procura di Tempio per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in comunicazioni sociali. L’ipotesi giudiziaria vede Meridiana trasferire la gestione di alcune tratte aeree a una sua controllata, la compagnia low cost Air Italy. Che avrebbe continuato l’attività di Meridiana, mentre questa dichiarava lo stato di crisi e avviava la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti. Comunque vada l’inchiesta, i lavoratori chiedono che si valuti questo nella gestione delle trattative con l’azienda.

Good company e bad company. Le trattative sui licenziamenti – che sembravano risolte con la mobilità solo per i 90 dipendenti vicini alla pensione – sono state interrotte dall’azienda per via di due proposte irricevibili chieste dall’assemblea dei lavoratori. La prima riguarda la fusione completa di Meridiana e della sua controllata AirItaly. Come si diceva la procura di Tempio sta indagando su un’ipotesi giudiziaria di truffa aggravata per cui, alla fine, in Meridiana sarebbero rimasti solo i dipendenti da licenziare (una cosiddetta bad company) mentre alcune aeree venivano passate a Air Italy. La fusione fra le due compagnie metterebbe fine a questa ipotesi.

Passare a contratti e stipendi peggiori. La seconda proposta dell’assemblea dei lavoratori – irricevibile dall’azienda – riguarda la creazione di una lista unica del personale tra Meridiana e Air Italy. Per evitare il “dumping salariale”, cioè l’essere licenziati per venire riassunti nell’altra compagnia con altro contratto, con condizioni peggiori e senza anzianità di servizio. Per i lavoratori si tratta di un ricatto. Una lista unica permetterebbe di mantenere gli attuali contratti.

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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