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Perché Papa Francesco non si lascia baciare la mano dai fedeli: rotta tradizione plurisecolare

Molti hanno ritenuto che il Papa non volesse farsi baciare la mano. In realtà il protocollo vuole che al pontefice si baci l’anello piscatorio, che ha effigiato San Pietro. Già da molti decenni è stato, invece, abolito il bacio della pantofola, segno di sottomissione di re e nobili al potere papale.
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Hanno fatto il giro del mondo le  immagini di papa Francesco che rifiuta il baciamano da parte di alcune persone che avevano partecipato ad una funzione a Loreto, nelle Marche: il suo gesto è stato lodato da molti, in quanto ritenuto come esternazione di una enorme umiltà.

In realtà, il protocollo non vuole che al Papa si baci la mano, ma l’anello, che non è un monile qualunque. Si tratta, infatti, del cosiddetto “anello piscatorio”, su cui è effigiato il “pescatore di uomini” per eccellenza, il primo pontefice San Pietro. L’anello piscatorio è simbolo della dignità papale. Per secoli, l’anello piscatorio era di oro massiccio, ma Francesco lo ha rifiutato. In genere, infatti, alla morte di un Papa l’anello viene rotto con un martello e poi fuso per creare l’anello per il successivo pontefice.

Prima di Francesco, però, non è morto un Papa, ma si è dimesso. Probabilmente per questo motivo, Francesco non ha voluto che fosse fuso l’anello di Benedetto XVI e, invece, ha indossato un nuovo anello, che non è di oro, ma di argento dorato. Il motivo per cui rifiuta che le persone glielo bacino è, francamente poco comprensibile: il bacio, infatti, non dovrebbe essere rivolto a lui come persona fisica, ma va considerato un segno di reverenza davanti alla persona che incarna il ruolo di successore di Pietro.

Se l’abolizione informale del bacio dell’anello piscatorio è una delle tante novità introdotte da Francesco durante il suo pontificato, già da decenni è stato abolito un altro bacio che era dovuto, per tradizione al Papa: il bacio della pantofola. Si tratta di una tradizione antichissima, per cui i re, i nobili, i cardinali, i vescovi, si prostravano ai piedi del Papa per baciargli le calzature, in segno di sottomissione assoluta. Nel 2002 destò scalpore il “bacio della pantofola” che l’intera delegazione del Benin, guidata dal presidente Mathieu Kerekou, volle mettere in atto nei confronti di Giovanni Paolo II, creando grande imbarazzo non solo nel pontefice, ma anche nel suo seguito, che non era preparato ad una scena simile.

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