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Papa Francesco in una bidonville in Kenya: “I Paesi ricchi hanno un debito verso i poveri”

Bergoglio ha parlato agli abitanti di una grande bidonville di Nairobi: “Mi sento a casa condividendo questo momento con fratelli e sorelle che, non mi vergogno a dire, hanno un posto speciale nella mia vita e nelle mie scelte”.
A cura di Davide Falcioni
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Prosegue il viaggio di Papa Francesco in Africa: questa mattina il Pontefice si è recato a Nairobi, capitale del Kenya, dove ha incontrato gli abitanti di Kangemi, una delle bidonville della città dove, tra degrado e povertà estrema, vivono centinaia di migliaia di persone ed è stata edificata la chiesa di San Giuseppe Lavoratore, parrocchia cattolica tenuta da una comunità dai Gesuiti: "Sono qui perché voglio che sappiate che le vostre gioie e speranze, le vostre angosce e i vostri dolori non mi sono indifferenti. Conosco le difficoltà che incontrate giorno per giorno. Grazie per avermi accolto nel vostro quartiere. In realtà, mi sento a casa condividendo questo momento con fratelli e sorelle che, non mi vergogno a dire, hanno un posto speciale nella mia vita e nelle mie scelte".

Papa Francesco ha quindi rivolto un appello contro le disuguaglianze sociali nel mondo. Secondo Bergoglio i paesi sviluppati hanno un grave debito "verso i poveri che non hanno accesso all'acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.  Negare l'acqua ad una famiglia, attraverso qualche pretesto burocratico, è una grande ingiustizia, soprattutto quando si lucra su questo bisogno". Il Papa ha quindi aggiunto: "L'accesso all'acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l'esercizio degli altri diritti umani".

Francesco non ha potuto esimersi dal parlare di "terribile ingiustizia della emarginazione urbana" in riferimento alla bidonville, luoghi che sono "ferite provocate dalle minoranze che concentrano il potere, la ricchezza e sperperano egoisticamente mentre la crescente maggioranza deve rifugiarsi in periferie abbandonate, inquinate, scartate". Tutto ciò, "si aggrava quando vediamo l'ingiusta distribuzione del terreno che porta in molti casi intere famiglie a pagare affitti abusivi per alloggi in condizioni edilizie per niente adeguate, un  accaparramento delle terre da parte di imprenditori privati senza volto, che pretendono perfino di appropriarsi del cortile della scuola dei propri figli".

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