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Pansa: “Presto nuove regole d’ingaggio sull’ordine pubblico alle manifestazioni”

Il capo della polizia è tornato a commentare le violenze del 12 aprile e ha dichiarato: “Ritengo che molti temi, come quello dell’ identificativo nell’ordine pubblico, cadranno e non avranno più ragione di essere perché a fronte di regole precise non sarà più un argomento di attualità”.
A cura di Davide Falcioni
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Alessandro Pansa, capo della polizia, torna a commentare le note vicende del 12 aprile scorso dal palco del congresso nazionale del Sap, in corso a Rimini. Il numero uno delle forze dell'ordine ha stilato una sorta di decalogo con le "regole d'ingaggio" che sia gli agenti che i manifestanti dovranno tenere nel corso delle manifestazioni onde evitare episodi spiacevoli ed abusi da entrambe le parti. Pansa ha prospettato quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione: "Abbiamo scelto una strada un po' complessa – ha spiegato ai delegati del sindacato della Polizia – ma il regolamento è una scelta essenziale, una scelta fondamentale. Tanto è il lavoro che è stato fatto fino ad adesso – ha proseguito Pansa -: siamo quasi agli sgoccioli e, a brevissimo, i sindacati verranno coinvolti per il loro contributo".

Il testo definitivo non è stato ancora redatto, anche perché dovrà successivamente approdare in Parlamento. Quello che appare certo è che non ci saranno divieti ma neppure equivocità:  saranno messi nero su bianco dei concetti affinché tutti sappiano chiaramente quali sono i comportamenti da tenere in determinate situazioni e quali le conseguenze di una loro violazione. "Una volta approvato questo meccanismo – ha spiegato il Capo della Polizia – le regole di ingaggio saranno chiare a tutti, sia ai manifestanti sia alle forze dell'ordine". A quel punto, aggiunge, "ritengo che molti temi, come quello dell' identificativo nell'ordine pubblico, cadranno e non avranno più ragione di essere perché a fronte di regole precise non sarà più un argomento di attualità".

Il capo della Polizia inoltre ha parlato alla platea dei delegati sindacali Sap del reato di tortura, tuttora assente dal nostro codice penale. "La lettera della norma – ha detto – deve essere chiara e non deve dare adito ad interpretazioni estensive". Pansa inoltre è tornato sulle vicende del 12 aprile, quando un funzionario in borghese calpestò una ragazza a terra: "Quel giorno – ha puntualizzato Pansa – c'è stato un comportamento individuale irragionevole e irresponsabile. Dinnanzi a questo gesto che non ci appartiene e non può essere giustificato per nessun motivo quando è compiuto nei confronti di una persona inerme, è scattata in me una reazione forte, dolorosa che mi ha portato ad esprimere un giudizio molto duro per il disappunto nel vedere l'abnegazione e il sacrificio di tutti offuscato da un comportamento capace di arrecare un danno enorme".

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