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Omicidio Yara, l’interrogatorio di Bossetti: “Non l’ho mai conosciuta”

Il carpentiere 45enne interrogato dal pm Letizia Ruggeri davanti alla Corte d’Assise di Bergamo nell’ambito del processo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio.
A cura di Biagio Chiariello
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UPDATE – Ore 16.50 – Parla Bossetti: "Non ho mai conosciuto Yara Gambirasio" – Come previsto, Massimo Giuseppe Bossetti, unico imputato per il delitto di Yara, ha negato ogni accusa: "Non ho mai conosciuto Yara, nè nessuno dei membri della sua famiglia. Conoscevo solo il signor Gambirasio e solamente di vista. Non ho mai visto Yara", ha detto il 45enne nel corso dell'interrogatorio odierno davanti alla pm Letizia Ruggeri davanti alla Corte d'Assise di Bergamo.

Al processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, oggi è il giorno dell’interrogatorio di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello, in carcere dal 14 giugno 2014 con l’accusa di aver ucciso la 13enne di Brembate di Sopra.  “È carico, tranquillo e determinato a raccontare la sua verità. Non vede l’ora di parlare” ha spiegato giovedì l’avvocato Claudio Salvagni, che con il collega Paolo Camporini difende Bossetti. L’imputato, già sentito dal gip all’indomani dell’arresto, e poi per due volte dal pm, nei mesi successivi, ha sempre negato di aver ucciso Yara. Ha sempre sostenuto di non averla mai nemmeno vista, nonostante il suo Dna sia stato trovato sul corpo della vittima. Prima dell’interrogatorio di Bossetti deporranno i consulenti informatici che hanno analizzato i pc di casa Bossetti e che saranno contro interrogati dalla difesa. Poi sarà la volta dell’imputato, probabilmente nel pomeriggio.

Cosa ha detto finora Bossetti sul caso Yara

In realtà recentemente Bossetti ha già chiesto e ottenuto di parlare in un paio di occasioni, con delle brevi dichiarazioni spontanee. Ad esempio, quando un collega, Ennio Panzeri, aveva parlato di una presunta crisi con la moglie Marita Comi. O quando un altro collega, Claudio Andreolli, aveva ricordato di quando il 45enne si era inventato un tumore per assentarsi dal cantiere. E ancora, nell’ultima udienza quando alla moglie era stata chiesta una spiegazione sulle ricerche online a sfondo sessuale, esclamando a voce alta: “Basta, è inammissibile!”. Deve ancora spiegare come mai il suo Dna è finito sugli slip e sui leggins di Yara Gambirasio. O chi era la “ragazzina di 13-14 anni” che sarebbe salita sulla sua auto nell’estate del 2010 nel parcheggio di un cimitero, rivelazione fatta nella deposizione di una donna bergamasca, Alma Azzolini. “La ragazza che vidi in macchina aveva l’apparecchio per i denti ed aveva le guance molto rosse”, ha detto in aula.

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