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Ok a nuovo codice antimafia: la destra protesta, M5s si astiene

Il Senato ha approvato la riforma del codice antimafia con 129voti a favore. Ora il provvedimento tornerà alla Camera in terza lettura per l’approvazione delle modifiche introdotte. Soddisfazione del ministro Orlando e della presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. Il Movimento 5 Stelle contesta: “Ennesimo compromesso al ribasso”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il Senato ha approvato con 129 voti a favore la riforma del codice antimafia, che ora torna alla Camera in terza lettura per l'approvazione delle modifiche introdotte da Palazzo Madama. Alternativa popolare di Angelino Alfano ha lasciato libertà di voto, mentre M5s ha dichiarato la posizione di astensione al voto, sostenendo che il provvedimento sia "l'ennesimo compromesso al ribasso". Sostanzialmente uno dei punti di scontro, che allarmano il centrodestra, riguarda l’estensione delle misure cautelari sul patrimonio: la norma prevede infatti la possibilità di sequestrare preventivamente i beni di persone solamente indiziate per reati contro la Pubblica amministrazione. I partiti di centrodestra contestano questa impostazione, sostenendo sia contraria ai principi costituzionali.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è convinto che la riforma del codice antimafia verrà definitivamente approvata in tempi brevi, nonostante le molteplici proposte di modifica che i parlamentari vorrebbero introdurre: "Credo che ci siano le condizioni per portarla fino in fondo. Quanto a eventuali modifiche ci sono opinioni diverse e si verificherà se i rilievi sono fondati. In caso faremo ricognizione serena, se saranno necessarie modifiche e dove introdurle. La soddisfazione per l'approvazione di un Ddl che ha avuto una gestazione lunghissima è evidente, perché è un provvedimento che rafforza l'efficienza dell'agenzia per i beni confiscati, che offre nuovi strumenti per il contrasto alla criminalità organizzata e che introduce elementi anche di forte trasparenza nella gestione dei beni. Tutto questo penso che ci metta dal punto di vista della normativa all'avanguardia a livello internazionale nel contrasto alla criminalità organizzata e dimostri con chiarezza la volontà del governo di condurre una battaglia senza tregua su questo fronte", ha proseguito il ministro della Giustizia.

"Sono contenta che alcune tardive obiezioni siano state superate dalla volontà politica di non vanificare il lungo e approfondito lavoro fatto in questi tre anni. La riforma è attesa da troppo tempo, necessaria e nel complesso ben fatta. Si tratta di dare maggiore efficacia e trasparenza a tutto il sistema dei sequestri, confisca e gestione dei beni dei mafiosi e di rilanciare il ruolo strategico dell'Agenzia nazionale. Mi auguro che la Camera faccia la sua parte per l'approvazione definitiva entro la sessione di Bilancio, in modo da completare la legislatura con un impegno forte contro la criminalità mafiosa, ha invece commentato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi.

Il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, ha sollevato numerose obiezioni nei giorni scorsi in relazione ad alcuni punti del nuovo codice antimafia, obiezioni che però non sono state raccolte da Palazzo Madama. “Prendo atto, è giusto che sia così. Il legislatore fa le sue valutazioni. Io credo di aver dato un contributo, non credo bisognasse dire altro. Compito di un soggetto che svolge un’attività tecnica è fornire eventualmente indicazioni. Poi il Parlamento decide ed è sovrano, ma è nella dialettica della democrazie esprimere le proprie idee”, ha commentato Cantone. A stretto giro il presidente del Partito democratico Matteo Orfini ha dichiarato che le obiezioni di Cantone saranno raccolte e prese in considerazione in terza lettura alla Camera, un iter che però rischia di far slittare l'approvazione della riforma di molti mesi.

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