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Ordinanza scuole in Campania, De Luca: “Troppi contagi, dobbiamo prendere decisioni”

De Luca allarmante sui dati dei contagi Covid nelle scuole della Campania riaperte alla didattica in presenza: 2.280 nuovi positivi fra docenti, non docenti ragazzi, ragazze, bambine e bambini. “È del tutto evidente che questa situazione non la possiamo reggere. o decidiamo di rimanere passivi e di intervenire fra un mese quando avremo magari le terapie intensive già ingolfate di pazienti Covid destinati spesso a perdere la vita”.
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Nella sua settimanale diretta video Facebook il governatore della Campania Vincenzo De Luca fa capire che si fa verso una nuova ordinanza di chiusura scuole causa Covid: «Abbiamo avuto pressioni da parte del peggior ministro della Repubblica Italiana (parla di Lucia Azzolina ndr.) che ha esercitato pressioni in continuazione sui dirigenti scolastici, sul mondo della scuola, per far aprire sempre comunque e a prescindere».

Spiega il presidente della Regione: «Io vorrei parlarvi da padre di famiglia, non so quale linguaggio possa essere più appropriato di questo. Ma volete che non sappiamo anche noi quanto sia delicato non avere la frequenza scolastica normale? Parlo da padre ai genitori campani: dal 25 gennaio al 4 febbraio, 10 giorni di apertura scolastica sono dati delle Asl mandati all'Unità di crisi che ne parlerà tra qualche ora».

I dati forniti sono questi, riguardano i positivi Covid per fasce d'età: da 0-5 anni abbiamo 573 casi positivi; 6-10 anni 617 casi positivi; 11-13 anni 351 positivi; nella fascia 14-19 739 casi positivi. In tutto dal 25 gennaio al 4 febbraio 2.280 nuovi positivi fra docenti, non docenti ragazzi, ragazze, bambine e bambini.

«È del tutto evidente che questa situazione non la possiamo reggere – dice De Luca – anche dove non abbiamo i positivi nel giro di 4-5 giorni dobbiamo sapere che arriveremo ad averli. La decisione che dobbiamo prendere è sulla prevenzione, preoccupiamoci che questi dati non si estendano in maniera esponenziale a scuole e famiglie o decidiamo di rimanere passivi e di intervenire fra un mese quando avremo magari le terapie intensive già ingolfate di pazienti Covid destinati spesso a perdere la vita».

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