
Iniziamo dal frutto dell'albero avvelenato. Se un vicepresidente del Senato della Repubblica (non importa se del governo Meloni, esponente della Lega, nato in Lombardia e tifoso del Parma, queste sono sottigliezze) dichiara sui suoi canali social che ci sono stati 120 feriti a Napoli durante la festa scudetto deve poterlo dimostrare. Gian Marco Centinaio, di lui stiamo parlando, non può.
Ci sono state – il bilancio è fino a ieri – 121 (una in più!) persone che venerdì notte a Napoli si sono rivolte ai presidi di primo soccorso allestiti in città. Tutti accoltellati, sparati, massacrati? E no, non è così. I presidi che vengono allestiti in occasioni così, servono alle più svariate esigenze. C'è stato pure qualcuno che ha dato di stomaco perché, dopo aver mangiato, bevuto e saltato durante la partita, ha avuto una indigestione.
Dice il prefetto di Napoli Michele Di Bari, parlando dei soli health point stradali: «Tenuto conto del numero di persone che hanno festeggiato nelle strade cittadine – circa 500mila persone – gli interventi di codici meritevoli di massima attenzione (gialli e rossi per un totale di 61) hanno costituito lo 0,01% del totale, ovvero una percentuale minima».
Tra i feriti – che ci sono stati, chi lo nega – non sono emerse storie da sceneggiature di brutte serie tv sulla devianza giovanile. A proposito: l'ospedale Cardarelli, il più grande della città, dichiara: «Gli accessi in Pronto Soccorso sono stati limitati, nessuno è stato causato da eventi violenti. Si sono registrati solo alcuni accessi per traumi legati a incidenti della strada».
Però il leghista Centinaio è inarrestabile: «Qualcosa non funziona… E per fortuna hanno vinto. altrimenti sarebbe scoppiata la guerra civile…». Lo dice, Centinaio, senza pensare che la Campania è già in campagna elettorale per le Elezioni Regionali. E che questa sua sortita, non documentata, costerà un po' ai dirigenti di Salvini in regione.
Nella serata di sabato, perfino un esponente apicale del suo stesso governo, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, è stato costretto a intervenire per correggerlo: «Credo che Centinaio non sia stato informato bene», ha detto.

Ovviamente a Napoli quella notte c'era una ressa incredibile: la prefettura di Napoli ha stimato in un milione (una metropoli intera) le persone che tra capoluogo e provincia si sono mosse per festeggiare l'evento sportivo. Nella varia umanità scesa in strada c'erano anche borseggiatori, imbecilli e personaggi nient'affatto raccomandabili.
Gli interventi di polizia e carabinieri, del resto, sono stati tutti pubblicamente "notiziati" dalle forze dell'ordine e riportati dai giornali. Eppure nessuno, se non il senatore Centinaio, ha usato quei toni.
Dopo le parole del leghista che ha parlato di «terzo mondo» il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha chiesto al questore una serie di numeri sulla serata. A sostegno delle parole del primo cittadino, il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha riferito che nella notte sono state registrate 9 rapine con 5 arresti in flagranza e dunque «la risposta c'è stata sia nella gestione dell'ordine pubblico che della sicurezza».

Una scena brutta è stata sicuramente quella della cosiddetta "Fontana del Carciofo" in piazza dei Martiri: era stata imbardata per evitare l'invasione di campo, ma non è servito a niente. Imbardatura abbattuta e decine di persone sono salite sulla fontana laurina, la cui ringhiera è andata distrutta.
Ma anche solo, come fa Centinaio, usare l'argomento della «guerra civile» in tempi in cui le guerre – che di civile nulla hanno – lasciano a terra migliaia di vittime, tantissimi bambini, ha sicuramente qualificato definitivamente la sortita del leghista, fallace poiché, lo ricordiamo ancora, partita da un presupposto sbagliato.
