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Napoli, intercettazioni della truffa dei finti incidenti che coinvolge medici, avvocati e periti

Ricostruiti 10 episodi tra furti e rapine d’auto, anche con la tecnica del finto parcheggiatore. Uno degli arrestati specializzato nelle truffe assicurative.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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I carabinieri hanno eseguito oggi una ordinanza di custodia cautelare per tre persone, accusate di fare parte di una banda che si occupava di furti di automobili, spesso con la tecnica del "finto parcheggiatore", oltre che di falsi incidenti stradali per incassare i risarcimenti delle assicurazioni con la complicità di periti, medici e avvocati compiacenti.

In manette, con destinazione carcere, Giuseppe Guarino, 37 anni, e Massimo Niro, 51 anni; disposti gli arresti domiciliari per Salvatore Grassi, 24 anni. Nei confronti di alcuni dei familiari degli indagati è stato disposto il sequestro preventivo per equivalente per poco meno di 40mila euro, somme che sarebbero state incassate come Reddito di cittadinanza, beneficio ottenuto con dichiarazioni false o con omissioni all'Inps.

"Mi piacciono troppo i soldi per mettermi a lavorare"

Nell'ordinanza il gip del Tribunale di Napoli, illustrando gli elementi raccolti dalle intercettazioni a sostegno del quadro di accuse, evidenzia alcuni dialoghi intercorsi tra Guarino e Niro che vertono proprio sul furto di automobili. In un passaggio Niro dice di avere "preso una 500L", in un altro Guarino ammette "io vado a rubare le macchine".

Ed lo stesso Guarino, in una conversazione captata l'11 luglio, aggiunge: "Io non posso mai andare a lavorare perché a me piacciono proprio i soldi, per questo non posso mai andare a lavorare, capito, altrimenti già ero andato a lavorare, capito?".

Furti e rapine col "finto parcheggiatore"

Gli episodi ricostruiti dai carabinieri sono 10, per diversi di questi i militari hanno accertato che Guarino e Niro si erano scambiati le fotografie delle vetture poco prima dei furti o delle rapine. A Massimo Niro vengono contestati quattro episodi, tra cui due furti di automobili con la tecnica del finto parcheggiatore.

Il primo risale al 6 aprile 2022, si sarebbe fatto consegnare l'automobile da un uomo davanti al Policlinico Federico II, fingendo di essere dipendente di un garage delle vicinanze, per poi fuggire seguito Giuseppe Guarino in un altro veicolo.

Il 5 maggio 2022 Niro si sarebbe finto parcheggiatore del supermercato Gran Gusto di via Marina e, dopo aver indotto una automobilista a fermarsi, l'avrebbe minacciata e obbligata a scendere dal veicolo e a consegnarlo con le chiavi.

Il 6 ottobre si sarebbe invece spacciato per parcheggiatore abusivo e si sarebbe fatto consegnare un veicolo in via Lauria, in prossimità dell'incrocio con piazza Falcone e Borsellino, nei pressi del centro direzionale di Napoli.

Il quarto episodio contestato è del 10 ottobre 2022: Niro avrebbe commesso il furto a Marianella, con Guarino che gli avrebbe fatto da supporto. L'automobile venne ritrovata poco dopo a Melito di Napoli; verosimilmente era stata abbandonata perché, mentre i due si allontanavano, Guarino era stato fermato e controllato dalle forze dell'ordine.

L'ultimo episodio, rilevano gli inquirenti, mostra che i due non si erano fermati nonostante sapessero già delle indagini a loro carico: dopo il furto davanti al Policlinico e la rapina in via Marina erano stati infatti perquisiti e controllati.

Le truffe assicurative con medici e avvocati

Per gli inquirenti a organizzare le truffe assicurative sarebbe stato Salvatore Grassi, che avrebbe coordinato l'attività di intestatari di veicoli, medici, avvocati e periti assicurativi; si sarebbe avvalso dell'aiuto, oltre che di Niro e Guarino, anche di diverse altre persone, non tutte identificate; i coinvolti sarebbero più di dieci e ognuno riceverebbe una quota dei soldi guadagnati.

In una conversazione Guarino spiega anche la divisione: per un falso incidente sarebbero dovuti arrivare 1.800 euro e lui ne avrebbe presi 1.400 in quanto avrebbe già "comprato la lettera" e "pagato a chi me l'ha preparata". E contratta con l'amico, che si mostra preoccupato: ha un lavoro e teme ripercussioni nel caso la truffa venisse scoperta.

Tra i complici ci sarebbero anche due avvocati, che secondo gli inquirenti avrebbero avuto un ruolo attivo nella pianificazione dei finti incidenti, indicando anche il tipo di patologie da riferire per ottenere i risarcimenti.

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