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In Ferrari per la Comunione del figlio ad Arzano, arrestato il boss Cristiano

I carabinieri hanno arrestato Pasquale Cristiano, ritenuto ai vertici del gruppo criminale della 167 di Arzano (Napoli), legato al clan Amato-Pagano; sottoposto ai domiciliari, aveva sfilato tra le strade del comune in un carosello di auto di lusso in occasione dei festeggiamenti per la Prima Comunione del figlio: per gli inquirenti è stato un “atto di forza” per mostrare la propria presenza sul territorio.
A cura di Nico Falco
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La richiesta di partecipare ai festeggiamenti per la Prima Comunione del figlio era stata rigettata, ma nonostante questo aveva ugualmente lasciato l'abitazione dove era detenuto agli arresti domiciliari e, nel modo più plateale possibile, si era spostato tra le strade di Arzano, in provincia di di Napoli, in un carosello di auto di lusso. Per questo motivo è finito nuovamente in manette, questa volta con destinazione carcere, Pasquale Cristiano, ritenuto dagli inquirenti elemento di vertice del gruppo criminale della 167 di Arzano, collegato al clan Amato-Pagano, gli "Scissionisti" di Secondigliano.

L'uomo era stato autorizzato a partecipare alla Prima Comunione del figlio, ma soltanto alla funzione religiosa: non avrebbe potuto prendere parte ai festeggiamenti. Invece, lo scorso 6 giugno, si era reso protagonista di un carosello di auto di lusso tra le strade di Arzano, con Audi, Ferrari e Lamborghini. Tutto ripreso in video da alcuni dei partecipanti e finito sui social.

Sulla vicenda era stata avviata una indagine affidata ai carabinieri del Nucleo Operativo, era stata informata anche al Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori hanno ricostruito che Cristiano, in particolare, era a bordo di una Ferrari decappottabile di ultimissima generazione, noleggiata per la circostanza, con la quale aveva scorrazzato per le strade di Arzano, accompagnato da altri veicoli di lusso e da persone a piedi, tra cui anche diversi pregiudicati. Una sfilata che aveva creato intoppi alla circolazione e che non era compatibile con il percorso imposto dall'obbligo di rientro immediato nella sua abitazione.

Per i carabinieri si è trattato di una "prova di forza", atta a mostrare ai cittadini la propria presenza, che nulla aveva a che fare con i festeggiamenti per il figlio. Il provvedimento è stato emesso dalla Corte di Appello di Napoli, su richiesta della Procura Generale, sulla base dell'informativa dei carabinieri di Arzano e in conseguenza ai precedenti comportamenti di Cristiano, che in più occasioni aveva mostrato insofferenza ai controlli di routine delle Forze di Polizia. "L'arresto di Pasquale Cristiano – dice in una nota il senatore Sandro Ruotolo, che aveva fatto emergere la vicenda del carosello – è la risposta dello Stato a quella che è stata una vera e propria provocatoria ‘prova di forza', finalizzata all’affermazione della sua presenza sul territorio di Arzano. Un grazie per la tempestiva azione dei carabinieri e della magistratura".

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