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Il boss Vincenzo Di Lauro resta in carcere: reggono le accuse per droga, contrabbando e riciclaggio

Il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare per il secondo figlio del capoclan di Scampia e Secondigliano “Ciruzzo il Milionario”, arrestato ad ottobre.
A cura di Nico Falco
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Vincenzo Di Lauro, figlio secondogenito del capoclan Paolo Di Lauro alias "Ciruzzo il Milionario", resta in carcere: il Tribunale del Riesame ha parzialmente accolto le istanze dei suoi legali, giudicando insussistenti alcune delle ipotesi accusatorie, ma ha confermato quelle relative al traffico di droga, al contrabbando di sigarette, al reimpiego dei capitali illeciti e quella secondo cui il 47enne avrebbe preso le redini della cosca di camorra fondata dal padre.

Gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta avevano presentato ricorso alla misura cautelare eseguita lo scorso 18 ottobre nei confronti di 27 indagati. In quella circostanza erano finiti in carcere anche il neomelodico Tony Colombo e la moglie, Tina Rispoli, accusati di avere finanziato le attività legali e illegali del clan, fornendo denaro per i progetti di Vincenzo Di Lauro (per entrambi il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere nei giorni scorsi).

La posizione di "F2", così veniva indicato nei libri paga del clan Di Lauro, è stata esaminata ieri, 1 novembre; il giudice non ha ritenuto sussistenti l'ipotesi di una associazione autonoma finalizzata alla turbativa d'asta e due su quattro reati relativi agli stupefacenti, disponendo formalmente la scarcerazione per queste accuse.

Gli episodi dell’inchiesta

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti Vincenzo Di Lauro avrebbe guidato il clan a partire dal 2015, succedendo al fratello Marco; precedentemente il gruppo era stato retto dal padre, dal 1990 al 2002, poi dal fratello Cosimo (deceduto in carcere nel giugno 2022) nel periodo immediatamente precedente alla prima faida di Scampia e quindi da altri due fratelli, Marco (arrestato nel 2019 dopo 14 anni di latitanza) e Salvatore. Per gli investigatori Vincenzo Di Lauro, più simile al padre di tutti gli altri fratelli, avrebbe negli ultimi anni dato una svolta netta al clan, finalizzata soprattutto al reimpiego dei capitali illeciti e riducendo al minimo le azioni violente.

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