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I 30 anni dei Simpson: perché il commissario Winchester parla napoletano

Perché il commissario Clancy Winchester parla napoletano. La caratterizzazione dei personaggi della serie creata da Matt Groening ed il precedente illustre della conversione in italiano di un altro telefilm statunitense, nel giorno del 30esimo anniversario de “I Simpson”, andati in onda per la prima volta il 17 dicembre 1989.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I Simpson compiono 30 anni: era il 17 dicembre del 1989 quando andò in onda la prima puntata negli Stati Uniti d'America, e fu subito un successo strepitoso. Due anni dopo arrivò anche in Italia, ed anche qui, come nel resto del mondo, ebbe un grandissimo impatto mediatico. Giunta ormai alla 31esima stagione e a 670 puntate complessive, la serie ambientata a Springfield e che narra le vicende della famiglia statunitense più nota del mondo, la serie è iniziata con la puntata "Un Natale da cani" e continua ancora oggi a riscuotere grande successo in tutte le fasce d'età. Anche, e forse soprattutto, perché caratterizzato da una fortissima "regionalizzazione" dei personaggi, al limite degli stereotipi, che si sono adattati in breve tempo al pubblico italiano grazie all'utilizzo di dialetti regionali che ne favorissero la massima diffusione nel miglior tempo possibile. Tra questi, c'è anche il commissario Clancy Winchester, caratterizzato da un fortissimo accento napoletano, con tanto di esclamazione "guagliò" e riferimenti continui a San Gennaro ed altri stereotipi napoletani. Ma come si è arrivati a questa scelta?

La caratterizzazione dei personaggi

Tutti i personaggi de "I Simpson" hanno in lingua originale una fortissima caratterizzazione locale che, ovviamente, solo chi è statunitense riesce a percepire. Già altri paesi anglosassoni percepiscono meno la differenza, che ovviamente in altre lingue, tra cui l'italiano, è impossibile da rendere. C'è ad esempio il giardiniere Willy che ha un'impronta scozzese, il reverendo Lovejoy quella texana, e lo stesso commissario Winchester (originariamente Wiggum) ha una chiara origine irlandese. Ecco perché nella "conversione" italiana del linguaggio, si è preferito "regionalizzare" i personaggi: ecco perché Willy è diventato sardo, Lovejoy catanzarese e Winchester napoletano, solo per citarne tre.

Perché Winchester parla napoletano

La scelta del napoletano per il commissario Clancy Winchester è dovuta principalmente all'analogia con il corrispettivo irlandese: se nella versione originale, infatti, rappresenta proprio il "tipico" irlandese che negli Stati Uniti ha fatto carriera in polizia, anche in quella italiana rappresenta il "classico" meridionale che fa carriera nelle forze di polizia. Del resto, anche i sottoposti Eddie e Lou hanno accenti meridionali (campano e pugliese), proprio a rappresentare questo stereotipo sulla stessa chiave di quello irlandese negli Stati Uniti d'America. Un mestiere, quello di poliziotto che negli Stati Uniti è associato soprattutto agli irlandesi, che durante inizio secolo fecero carriera proprio in divisa: e che ricorda un percorso analogo anche dei meridionali in Italia.

Il precedente del telefilm "La Tata"

C'è un precedente illustre: il telefilm "La Tata". In questo caso, il doppiaggio in italiano sconvolse in maniera consistente gran parte della trama: Francesca Cacace, conosciuta nel nostro paese come una trentenne di origine italiana, in realtà si chiama Fran Fine, ed è una trentenne di origine ebrea. Quelli che nell'originale sono i genitori (Sylvia e Mory Fine) diventano gli zii Assunta Quagliarulo e Antonio Cacace. Yetta è, nell'originale, la nonna mentre in italiano è la zia. Anche altri personaggi, soprattutto minori, sono stati "italianizzati" e tutti i riferimenti all'ebraismo sono diventati riferimenti alla Ciociaria. Per questi cambi, assieme a quelli dei rapporti di parentela, i dialoghi sono stati praticamente riscritti per il pubblico italiano.

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