Dimesso dall’ospedale dopo 3 mesi l’uomo preso a martellate in negozio a Monteforte Irpino

Dopo quasi tre mesi ha lasciato l'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino l'uomo che venne ferito a martellate all'interno di un negozio a Monteforte Irpino lo scorso 30 luglio. Le sue condizioni erano gravissime, ma dopo settimane di ricovero, alla fine i medici sono riusciti a salvarlo. Era prima uscito dal coma a fine settembre, poi estubato e finalmente dimesso dall'ospedale per essere trasferito in un centro di riabilitazione.
La vicenda dello scorso 30 luglio
L'uomo, Krasimir Petrov Tsankov, 49enne di origine bulgara, vive da tempo a Monteforte Irpino, nell'Avellinese. Qui, lo scorso 30 luglio, entrò in un negozio di casalinghi e ferramenta per fare compere quando improvvisamente venne aggredito da Robert Omo, nigeriano di 24 anni che afferrò alcuni martelli dagli scaffali e si scagliò prima contro di lui e poi contro il titolare, Gao Yuan Cheng, detto Franco: da anni viveva in Irpinia, tanto da essere conosciuto con questo nome da tutti. Per lui non ci fu nulla da fare: inutili i soccorsi, era molto sul posto per la violenza delle martellate subite alla testa. Gravissime le condizioni di Tsankov, che rimase a terra anche lui ferito per colpi al capo, in fin di vita e gravissimo: ma dopo 72 giorni tra interventi e rianimazione alla fine ce l'ha fatta. Omo venne poi catturato poco dopo quando, dopo aver percorso un paio di chilometri, passò davanti ad una officina ancora sporco di sangue e armato di martelli: fu bloccato dai dipendenti, che chiamarono i carabinieri.
La moglie: "Grazie a chi si è preso cura di lui"
La moglie di Tsankov, Silviya, ha voluto così ringraziare personalmente tutti i medici dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, con una lunga lettera:
Sono Silvia, la moglie di Krasimir Petrov Tsankov e vorrei ringraziare di cuore tutti i medici, gli infermieri, le psicologhe e il personale ausiliario del reparto di Anestesia e Rianimazione che si sono presi cura di mio marito in questi lunghissimi 72 giorni, assistendoli con grande professionalità e amore.Il primario Angelo Storti e tutta l’equipe sono per me una famiglia e insieme abbiamo lottato duramente per salvare mio marito.Ci sono state lunghissime giornate vissute nella paura di perdere Krassy, ma non ho mai smesso di credere che si sarebbe salvato e i medici mi hanno sempre sostenuta.Ringrazio anche il dott.Michele Pipola del reparto di neurochirurgia diretto dal Prof.Armando Rapaná, che ha praticato il delicato intervento subito dopo il drammatico evento.
Il cammino è ancora lungo e Krassy ora dovrà essere sottoposto ad un lungo periodo di riabilitazione ma é forte e sono sicura che si rimetterà.
Grazie a tutte le persone che mi sono state vicine.
Silviya Zhorova Tsankova