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Com’era il Lungomare di Napoli quando c’erano le pedane solarium sugli scogli

A Santa Lucia e sul Lungomare di via Nazario Sauro da fine Ottocento agli anni Settanta ci sono stati lidi sulle pedane solarium, come il Lido Eldorado e il Bagno Savoia.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Bagno Savoia (1954) / Foto per gentile concessione Archivio Carbone
Bagno Savoia (1954) / Foto per gentile concessione Archivio Carbone

La Soprintendenza ai Beni Culturali ha bocciato le pedane solarium alla Rotonda Diaz. Ma sul Lungomare di Napoli fino agli anni '70 del Novecento c'erano le piattaforme sulle scogliere. Molti napoletani ancora le ricordano. Famosi il Lido Eldorado che sorgeva sotto il Castel dell'Ovo e il Bagno Savoia in via Nazario Sauro, immortalati in alcune foto d'epoca, come quelle dell'Archivio Carbone, e gettonatissimi tra i napoletani. Si trattava di pedane temporanee, che venivano installate a giugno e rimosse a settembre, proprio come quelle che Palazzo San Giacomo avrebbe voluto riproporre per quest'estate. C'era anche una figura specializzata di operaio palificatore, incaricato di installare i pali a mare, a ridosso della scogliera.

A Napoli il Lido Eldorado di Santa Lucia fu inaugurato nel 1894 e ancora nel 1964, ben 70 anni dopo, i napoletani e i turisti potevano tuffarsi dalle sue pedane. Il Lido era molto rinomato, frequentato sia dai ragazzi di Borgo Santa Lucia, che dai cittadini del resto della città. Nelle serate d'estate si poteva assistere al Café Chantant, con tanti artisti che vi si esibivano. Il Bagno Savoia era poco distante. Realizzato con pedane su palafitte di legno a ridosso del Lungomare, in via Nazario Sauro, nel tratto compreso tra il Circolo Canottieri Napoli e la rotonda dove c'è la statua di Re Umberto I.

Bagno Eldorado (1964) / Foto per gentile concessione Archivio Carbone
Bagno Eldorado (1964) / Foto per gentile concessione Archivio Carbone

Il Lungomare di Napoli, insomma, per tutto il Novecento è stati una ambita meta balneare. Di quella stagione oggi restano i lidi di Posillipo, come il Bagno Elena. Mentre gli stabilimenti del Lungomare di Santa Lucia hanno chiuso dopo l'epidemia di colera del 1973, quando per motivi di igiene pubblica furono sospesi tutti i lidi napoletani provvisoriamente. Altri lidi con pedane a mare si trovavano anche a Bagnoli, come il famoso Bagno Tricarico.

Sorrentino: "Mare negato ai Napoletani"

La vicepresidente del Consiglio Comunale, Flavia Sorrentino, è intervenuta sullo stop ai solarium della Soprintendenza:

La decisione della Soprintendenza di bocciare il progetto per la realizzazione di una piattaforma accessibile sulla scogliera della Rotonda Diaz rappresenta una grave battuta d’arresto per la visione di una Napoli più giusta, vivibile e inclusiva.

Si tratta di un intervento pensato per offrire alla cittadinanza uno spazio pubblico sul mare, accessibile anche alle persone con disabilità: 690 metri quadri per oltre 1.000 bagnanti che avrebbero dato un nuovo volto al lungomare e la garanzia che il mare a Napoli non sia un lusso esclusivo per i ricchi e per gli armatori.

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La vicepresidente del consiglio comunale di Napoli aveva già negli scorsi mesi presentato un ordine del giorno, assieme ai consiglieri Rosario Andreozzi e Sergio D'Angelo, che impegnava la giunta Manfredi ad ampliare l'offerta per la balneazione in città. Ha quindi argomentato la sua iniziativa:

Ogni estate assistiamo alla corsa disperata ai pochi spazi pubblici balneabili, aggrediti da centinaia di giovani e famiglie. La richiesta di nuovi accessi al mare non è una battaglia ideologica, ma una risposta concreta a un bisogno reale e crescente.

Eppure, anche questa volta, ci scontriamo con una visione che fa della protezione del paesaggio la sua cristallizzazione e che finisce per escludere chi vive realmente la città.

Sorrentino ha inoltre presentato formale richiesta di accesso agli atti per conoscere nel dettaglio il progetto e le motivazioni della Soprintendenza.

Se si blocca un'opera pubblica, i cittadini hanno il diritto di sapere perché. Ma non basta: serve una presa di parola collettiva. Per questo nei prossimi giorni lancerò un presidio pubblico sul Lungomare Caracciolo, aperto a tutte e tutti coloro che credono che il mare debba tornare a essere un bene comune, vissuto, accessibile e non solo uno sfondo da cartolina.

Lo farò con tutti coloro che vorranno condividere questa giusta battaglia, a partire dai miei colleghi di gruppo che hanno firmato con me l'ordine del giorno, giornalisti come il bravo e attento speaker radiofonico Gianni Simioli e con il deputato Francesco Emilio Borrelli che ringrazio per essersi schierato immediatamente dalla nostra parte. Napoli non ha bisogno di essere salvata dal fantomatico assalto del suo stesso popolo, ma va accompagnata nella sua voglia di cambiamento.

La città ha diritto a crescere, a innovare, a includere. E per farlo, ha bisogno del coraggio delle istituzioni e della voce dei cittadini.

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