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Allo Stadio Maradona tornano i gruppi ultras organizzati: standing zone in Curva A inferiore

Torna il tifo organizzato allo Stadio Maradona di Napoli. Ieri, per la prima volta, alcuni gruppi ultras della Curva A sono tornati a riempire l’anello inferiore in occasione della partita Napoli-Verona, come in tempi pre-Covid. Il Comune lavora all’ipotesi di una standing zone sul modello del Nord Europa. L’accordo potrebbe arrivare entro i prossimi giorni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Foto Getty
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Torna il tifo organizzato allo Stadio Maradona di Napoli. Ieri, per la prima volta, alcuni gruppi ultras della Curva A sono tornati a riempire l’anello inferiore in occasione della partita Napoli-Verona. E quando è arrivato il goal degli azzurri, il calciatore Giovanni Di Lorenzo è andato ad esultare sotto la Curva accolto da un muro umano di tifosi, come avveniva nei tempi prima della pandemia del Covid.

Ultras allo stadio, il dossier sul tavolo del sindaco

Proprio in questi giorni si discute tra il Comune, proprietario dello stadio, e il Calcio Napoli, che ha in gestione l’impianto, della possibilità di creare una standing zone. Un’area dell’impianto di Fuorigrotta che potrebbe essere destinata ai gruppi organizzati dei tifosi, così come avviene anche negli stadi del Nord Europa. In Italia le regole interne per l’accesso degli ultras agli stadi non sono uniformi. Mentre al San Siro di Milano, ad esempio, i gruppi organizzati possono occupare gli spalti liberamente e organizzare i cori e le coreografie, a Napoli, invece, ai tifosi azzurri è stata preclusa questa possibilità dopo il Covid che ha introdotto regole rigide per l’assegnazione dei posti allo stadio (numerati, distanziati e con prenotazione). Da qui, le multe che sono fioccate negli ultimi mesi contro i tifosi che cambiano posto durante la partita. Una soluzione che di fatto ha bloccato l’accesso dei tifosi storici del Napoli allo stadio fino a ieri.

Le inchieste sugli ultras

Perché a Napoli è più difficile il ritorno dei gruppi organizzati al Maradona rispetto ad altre città? La situazione nel capoluogo partenopeo è più complicata. Il Napoli è l’unica grande squadra della città e conta un numero enorme di tifosi e ultras, rispetto ad altre realtà. A complicare le cose ci sono anche i motivi di ordine pubblico. A Napoli la pandemia del Covid19 è stata accompagnata lo scorso autunno da grandi proteste di piazza, sfociate il 23-24 ottobre del 2020 in vera e propria guerriglia nella zona di Santa Lucia, dove furono coinvolti anche degli ultras. Su quelle vicende la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo volto ad accertare le responsabilità di quanto accaduto. Un’altra indagine della Procura negli scorsi mesi ha riguardato, invece, eventuali pressioni degli ultras sulla gara del Comune per la statua di Maradona allo Stadio. Opera ad oggi non ancora installata. Da qui, la maggiore delicatezza del tema, all'attenzione anche della Prefettura di Napoli.

La standing zone al Maradona, il piano al Comune

Il Comune, con la nuova amministrazione Manfredi, sta lavorando ad ogni modo per riportare anche i gruppi del tifo organizzato al Maradona. Si tratta, infatti, di una fetta molto consistente del tifo che non può essere ignorata. Tra le ipotesi c’è quella di rendere stabile la standing zone già sperimentata ieri, ma che dovrebbe essere attrezzata con palchi e altri piccoli accorgimenti, per renderla maggiormente funzionale. L’accordo potrebbe arrivare nei prossimi giorni, approfittando dello stop del campionato che tornerà il 20 novembre.

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