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Mimmo Lucano: “C’è accanimento contro di me e Riace, mai commesso truffe né falsi”

Lo sfogo del sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, in relazione all’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Locri nell’ambito di una nuova inchiesta a suo carico: “C’è un accanimento contro Riace, contro di me e contro l’esperienza di integrazione di cui il Comune e io siamo stati protagonisti”.
A cura di Susanna Picone
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“C’è un accanimento contro Riace, contro di me e contro l'esperienza di integrazione di cui il Comune e io siamo stati protagonisti. Trovo assurdo che mi vengano contestati una truffa e un falso che non ho mai commesso”: è quanto ha detto all’Ansa il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, in relazione all'avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Locri nell'ambito di una nuova inchiesta a suo carico. Poche ore dopo il rinvio a giudizio per abuso di ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, arrivato nella serata di giovedì, un’altra tegola giudiziaria si è infatti abbattuta sulla testa del sindaco sospeso di Riace, al quale vengono contestati i reati di truffa e falso ideologico in relazione alla gestione dei migranti nel centro della Locride, materia per la quale lo stesso Lucano fu arrestato nell'ottobre scorso. Con Domenico Lucano, nel procedimento per il quale è stato emesso l'avviso, sono indagate altre nove persone. “Nell'assegnazione degli alloggi e dei servizi per i migranti che sono stati accolti a Riace – ha spiegato Lucano all’Ansa – ho sempre agito, sulla base delle richieste che mi giungevano dalla Prefettura di Reggio Calabria, dettate anche dall'emergenza, nel rispetto della legalità e della legge”.

Il sindaco sospeso di Riace: "So di essere nel giusto" – E, ancora, ha detto il sindaco sospeso di Riace: “Ho visto che nelle nuove contestazioni che mi vengono mosse, si parla di certificati di agibilità. Mi chiedo però se, per esempio, a San Ferdinando, nella baraccopoli smantellata appena nelle settimane scorse e dove sono morti alcuni migranti, si sia mai chiesto a chi la allestì a suo tempo il certificato di agibilità per un obbrobrio che ha rappresentato per molti anni una vergogna per la Calabria”. “Prima mi chiedono aiuto e poi mi condannano – Lucano ha detto ancora commentando le ultime vicende con l’Adnkronos -. Sono solo e sto vivendo una sofferenza enorme. Siamo in una società dove prevale solo la distruttività e tutta questa storia sembra essere sotto l'influenza politica. So di essere nel giusto. Seguo un ideale di giustizia e umanità e posso andare avanti all'infinito, nonostante il calvario che sto vivendo. La verità verrà fuori. Io non ho paura”.

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