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Riace, nuovo avviso di garanzia a Mimmo Lucano per truffa aggravata

Il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, ha ricevuto un nuovo avviso di garanzia, questa volta per truffa aggravata. L’accusa rientrerebbe nel secondo filone dell’inchiesta ‘Xenia’, la stessa per cui Lucano – sindaco simbolo dell’integrazione dei migranti – è stato rinviato a giudizio proprio ieri.
A cura di Stefano Rizzuti
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Poche ore dopo il rinvio a giudizio, arrivato nella serata di ieri, ancora una tegola giudiziaria si abbatte sulla testa di Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace. Secondo quanto riportano la Repubblica e alcune testate locali, Lucano avrebbe ricevuto un nuovo avviso di garanzia: l’avviso di chiusura indagini riguarderebbe l’ipotesi di truffa aggravata. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe, anche stavolta, la gestione dei fondi per l’accoglienza. Secondo l’accusa della procura quelle risorse erano destinate all’affitto di strutture che avrebbero dovuto ospitare i migranti ma non erano, invece, consone alla normativa. In particolare, Lucano sarebbe indagato insieme ad altre nove persone per erogazioni pubbliche per un valore di 134mila euro. L’indagine farebbe parte del secondo filone dell’inchiesta ‘Xenia’, la stessa per cui ieri è stato rinviato a giudizio.

Il processo a carico del sindaco sospeso di Riace inizierà, al tribunale di Locri, il prossimo 11 giugno. Insieme a lui, nell’ambito della prima parte dell’inchiesta Xenia, ci sono anche altri 26 indagati. L’inchiesta per cui Lucano è stato rinviato a giudizio riguarda la gestione dei migranti nel centro della locride di cui è sindaco: un paese considerato modello di integrazione riuscita. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup di Locri, Amelia Monteleone, dopo sette ore di Camera di consiglio e dopo un’udienza durata cinque giorni. Inizialmente la procura di Locri aveva allargato le ipotesi di reato anche a quelle di associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione. Accuse poi rigettate dal gip.

La vicenda giudiziaria è iniziata il 2 ottobre, quando per Lucano sono stati disposti gli arresti domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e irregolarità nell’assegnazione dell’appalto per la gestione della raccolta differenza dei rifiuti. Il 16 ottobre la misura è stata tramutata, diventando divieto di dimora a Riace. La Corte di Cassazione ha poi deciso di annullare con rinvio il divieto di dimora a Riace, rimandando la decisione al tribunale del riesame di Reggio Calabria a cui, ora, spetterà il compito di decidere.

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