Subisce un intervento al cuore a 3 mesi di vita e diventa tetraplegica: al via il processo d’Appello

Una bambina a soli 3 mesi d'età ha dovuto subire un intervento al cuore. Era il giugno del 2017 quando i medici le dovettero aprire lo sterno due volte. Al risveglio, i parametri vitali erano normali, ma la bimba non era più la stessa: ormai era diventata tetraplegica e ipovedente.
Secondo i suoi genitori, è stata colpa della terapia portata avanti da due dottoresse dell'ospedale San Donato Milanese. Cosa che era stata confermata dai medici legali, i quali però nell'aula di Tribunale cambiarono versione portando così all'assoluzione delle imputate dall'accusa di lesioni "perché il fatto non sussiste". Oggi, 17 novembre, si è aperto il processo d'Appello a Milano, ma si tratta di un'impugnazione al solo fine del risarcimento.
I due interventi e le terapie all'ospedale
Dopo il primo intervento per due giorni, il 9 e 10 giugno 2017, la bimba era tachicardica e ipotesa, ma i medici rassicuravano i genitori delle sue condizioni. Poi, però, fu necessario aprirle lo sterno una seconda volta d'urgenza. I parametri erano tornati normali, ma i suoi occhi erano fissi, non controllava i movimenti e poi ha avuto la prima crisi epilettica.
I medici legali avevano stabilito che la "bassa portata cardiaca" post-operatoria, non corretta da un'adeguata terapia, l'aveva resa tetraplegica e ipovedente. "La condotta posta in essere dai curanti", avevano scritto, "è da ritenersi causa della situazione clinica attuale". In base alla consulenza della Procura depositata in Tribunale, quindi, le dottoresse avevano somministrato alla piccola paziente alcuni farmaci che invece di migliorare le sue condizione le avevano peggiorate.
Le contraddizioni dei medici legali e il ricorso in Appello
In aula, però, i medici legali cambiarono versione e così la dottoresse responsabili della terapia sono state assolte dall'accusa di lesioni "perché il fatto non sussiste". "Quello che è successo in Tribunale è stato atroce da sopportare", aveva dichiarato il padre della bambina, che tra l'altro aveva avuto un infarto dopo l'accaduto, "i periti hanno cambiato totalmente versione. Una vergogna".
L'assoluzione in sede penale delle anestetiste è passata in giudicato, visto che la Procura generale non ha fatto ricorso. Oggi, 17 novembre, si è aperto il processo d'Appello dopo che la Corte ha accolto il ricorso dei genitori della bimba proprio sulla base delle testimonianze contraddittorie dei consulenti del pm. L'impugnazione, però, è solo ai fini del risarcimento.