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Psicologi nelle Case di Comunità, Parolin: “La pandemia ci ha insegnato che tutti ne abbiamo bisogno”

“Con la pandemia abbiamo imparato che tutti abbiamo bisogno di supporto quindi la scelta di Regione Lombardia di dare aiuto psicologico ai cittadini nelle Case di Comunità è una scelta ottima”. Così a Fanpage.it la presidentessa dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin.
A cura di Filippo M. Capra
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Con l'istituzione delle Case di Comunità, i centri territoriali di assistenza socio-sanitaria per le cure primarie, la figura del terapeuta psicologico verrà inserita in pianta stabile nel servizio alla cittadinanza. Una notizia che ha rallegrato Laura Parolin, presidentessa dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia, che ha commentato a Fanpage.it il nuovo corso del supporto psicologico per i cittadini.

Dottoressa, una bella notizia finalmente. 

Quella di Regione Lombardia è una decisione che assume un significato molto rilevante. Io personalmente mi sono molto spesa per questa iniziativa perché tutte le Case di Comunità rappresenteranno centri territoriali in cui si troveranno cure primarie, tra cui rientra anche la psicologia. Questa è una notizia importante di per sé, perché si tratta di una funzione sociale gratuita. In più, dopo questi due anni di pandemia credo sia abbastanza evidente che il disagio aumenta e il bisogno pure. In particolar modo per bambini e adolescenti. Finalmente si danno risposte strutturali e non solo emergenziali.

Come funziona per i minorenni?

Devono avere il consenso di entrambi i genitori dai quali è rara la resistenza. Sono tutti ben disposti a permettere ai figli di ricevere l'aiuto di cui necessitano, in più con il progetto di psicologia nelle scuole con gli sportelli del terapeuta, c'è un filo diretto con i genitori stessi per informarli su cosa prevede il percorso e il sostegno. Lavoriamo tanto in termini di prevenzione.

Gli sportelli sono "vissuti" in maniera costante dai ragazzi?

Sì, tanto più che i contratti con i vari istituti vengono di volta in volta rinnovati. Il nuovo step sarebbe rendere strutturale la presenza dello sportello in tutte le scuole, perché per il momento è a discrezione dei singoli dirigenti scolastici.

La società vive ancora con il pregiudizio secondo cui "solo i matti vanno dallo psicologo"?

Fortunatamente no. Prima si pensava ci andassero solo i deboli e i pazzi, ma in realtà ci va chiunque e questa pandemia ci ha insegnato che il malessere può toccare chiunque. Tutti abbiamo esigenza di fare un punto su alcune questioni.

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