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Milano, incubo sfratto per 700 inquilini in via Tolstoj: “Nessuno parla con noi”

A Milano, in via Tolstoj, 700 persone sono a rischio sfratto perché gli immobili in cui vivono in affitto (con giardino, area giochi, parcheggio per biciclette e ascensori) non rispondono al “cambiamento” in corso a Milano e secondo la proprietà vanno riqualificati, buttati giù e ricostruiti. E così, mentre a maggio l’Italia era ferma, la società Reale Group faceva recapitare nelle cassette della posta dei residenti un foglio A4 piegato in due in cui comunicava che i contratti non sarebbero stati rinnovati. Una notizia che ha gettato nel panico gli inquilini, tra cui molte famiglie monoreddito, anziani, disabili, vedove. Il Comune e la proprietà si sono incontrati a porte chiuse per trovare una soluzione condivisa, ma i timori dei residenti restano. Tanto più che per sapere le sorti dell’incontro hanno dovuto sfogliare i giornali e dal gruppo assicurativo nessuno ancora si è palesato.
A cura di Stela Xhunga
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Milano ha avviato un profondo processo di cambiamento e sempre più muteranno le esigenze abitative dei suoi cittadini. Il complesso di via Tolstoj, nel quale Lei abita, non potrà più soddisfare appieno queste necessità e richiederà un intervento di rinnovamento nell’ottica di migliorare la qualità dell’abitare del comparto e dell’intero quartiere […] Reale immobili S.p.A., tenuto conto che il Suo contratto di locazione non sarà rinnovato alla naturale scadenza, si attiverà per contenere al massimo i disagi nei quali lei si potrà trovare e, per consentire di gestire la situazione con congruo anticipo, Le invia questa informativa”. Un foglietto A4 piegato in due e infilato nella cassetta della posta, come fosse una pubblicità immobiliare, di quelle che si buttano distrattamente, specie se si ha già una casa e si paga l’affitto regolarmente. Un foglietto A4 con diciannove righe di parole confuse e qualche refuso il cui messaggio ultimo è: "Cercatevi un'altra casa in affitto, qui demoliamo tutto per far spazio alla Milano del futuro, una Milano che non potrete permettervi".

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Questo si sono visti recapitare in pieno lockdown, a maggio, le circa 700 persone che abitano a Milano, in via Tolstoj, civici 64, 66, 68, 70, 72 e 74, non si sa ancora per quanto tempo. Già, perché nei giorni scorsi il Comune di Milano ha incontrato i vertici di Reale Mutua Assicurazioni, proprietaria di Reale Immobili di cui Reale Group è capogruppo, per "congelare" lo sfratto e trovare una soluzione condivisa tra le parti. "Felice di vedere che la proprietà non farà mancare disponibilità e sensibilità, nell’interesse dell’intera collettività", ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala, rasserenato dai vertici dell'assicurazione che avrebbero promesso di "prorogare temporaneamente i contratti d’affitto arrivati a naturale scadenza". Per chi vive lì, e magari ha appena terminato di ristrutturare casa o lo sta facendo, più che di una vittoria, si tratta di una sospensione delle ostilità, dove i contratti di locazione non vengono né sciolti né rinnovati, e le proroghe non si sa quanto dureranno e a quali condizioni.

Inquilini all'oscuro di tutto: "Dal gruppo assicurativo non è venuto nessuno a parlarci"

Dell'esito dell'incontro, avvenuto a porte chiuse, gli inquilini di via Tolstoj hanno avuto notizia dai giornali. Ad oggi dal gruppo assicurativo non si è palesato nessuno con loro, e lo sportello informativo che sarebbe dovuto entrare in vigore il 22 giugno non ha mai funzionato: il telefono squilla a vuoto e le mail tornano indietro, "casella mail non attiva". In compenso i custodi delle palazzine di via Tolstoj, dipendenti di Reale immobili, si sono rivelati un prodigio di efficienza e comunicazione. È grazie alla loro solerzia che a Reale immobili è giunta voce del panico che la disdetta dell'affitto del box arrivata tramite raccomandata ad alcuni residenti ha generato tra i condomini, che si sono così riuniti in assemblee straordinarie.

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Quando poi è giunta voce che al fianco dei residenti si erano schierati i sindacati Sunia-Cigl e il Municipio 6, e che il "caso Tolstoj" era giunto in Consiglio comunale, con Fratelli d'Italia e Pd che cercavano di accaparrarsi il primato di firma per la mozione contro l'azione di Reale Group, alla disdetta è seguita una controdisdetta, sempre via raccomandata.

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“Obbiettivo sostenibile”, ma per chi?

A Milano si parla molto di green e di sostenibilità, tutte cose importanti per la salute della città e del pianeta, ma non è chiaro se il verde sia il colore dei campi da golf e se la sostenibilità comprenda anche chi vive in affitto. Proviamo a fare chiarezza leggendo il Codice Etico di Reale Group, che sul sito dice di sé: “Pone al centro del percorso di Sostenibilità. Per questo motivo, il Gruppo ha scelto di perseguire uno sviluppo sostenibile, puntando a raggiungere risultati economici di rilievo ma sempre nel segno dell’etica. In tale contesto, il Codice Etico è il faro che orienta l’attività di tutti coloro che operano nel Gruppo e per il Gruppo (Stakeholder): Dipendenti, Amministratori, Soci/Assicurati-Clienti, Intermediari, Fornitori e Fiduciari, Azionisti e Organi di Vigilanza oltre alla Collettività intera”. Un Codice Etico che poggia su “cinque valori, che si ispirano al concetto della mutualità e che guidano i comportamenti del Gruppo: integrità, responsabilità, coesione, innovazione, centralità della persona”.

"Il condominio dove vivo – spiega una residente, Elisa Limonta – è di 6 palazzine di 9 piani ciascuna, con circa 5 appartamenti per piano, dunque circa 45 appartamenti per ogni struttura. Sono tutte palazzine uguali, create negli anni ‘60 dall’assicurazione Reale mutua, oggi Reale Group, situate in un bel giardino di quasi 2 ettari di terreno, con box, spazi gioco per bambini, rampe per carrozzine e passeggini, un bel complesso residenziale. Gli affitti sono sempre stati contenuti, ma negli anni si sono adeguati ai prezzi di mercato. Gli appartamenti variano da bilocali da 60 metri quadri a trilocali da 100, per un affitto mensile che parte da 650 euro al mese e arriva a 1200, escluse le spese condominiali".

Molti anziani dovranno andare a vivere in una casa popolare. Ma quale?

Un complesso residenziale dignitoso ma incompatibile con il progetto urbanistico di Milano, che proprio lì farà passare una nuova fermata della metropolitana. E avere la metropolitana sotto casa, si sa, è un lusso che fa lievitare i prezzi. Un lusso che molte delle persone che abitano in via Tolstoj – famiglie monoreddito, gli anziani, i disabili, le vedove, la classe media, la cosiddetta la piccola borghesia – non possono permettersi, anzi: qualora il contratto non venisse rinnovato, per i residenti più anziani l'unica alternativa sarebbe accedere a una casa popolare. In ogni caso, i valori del Codice Etico di Reale Group stanno lì, immutati, scritti sul sito: integrità, responsabilità, coesione, innovazione, centralità della persona. A vanificare i valori è semmai la loro applicazione, come riportato nel paragrafo seguente: "​Il codice etico può essere modificato se il contesto esterno o interno lo richiede e in ogni caso ogni qual volta possa contribuire nello sviluppo di un obiettivo sostenibile".

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