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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Massimo Adriatici, l’ex assessore di Voghera sarà processato per omicidio volontario con rito abbreviato

Il giudice Luigi Riganti del Tribunale di Pavia ha accolto la richiesta avanzata dai legali di Massimo Adriatici del processo con rito abbreviato. L’ex assessore leghista alla Sicurezza di Voghera è accusato dell’omicidio volontario di Younes El Boussettaoui, morto il 20 luglio 2021.
A cura di Enrico Spaccini
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Massimo Adriatici e Younes El Boussettaoui
Massimo Adriatici e Younes El Boussettaoui

Sarà processato con rito abbreviato Massimo Adriatici, l'ex assessore leghista alla Sicurezza del Comune di Voghera (in provincia di Pavia) accusato dell'omicidio volontario di Younes El Boussettaoui. La sera del 20 luglio 2021 dalla sua pistola era partito il colpo che uccise il 39enne in piazza Meardi. Il giudice Luigi Riganti del Tribunale di Pavia ha accolto oggi, giovedì 23 ottobre, la richiesta di rito alternativo presentata dai difensori di Adriatici e ha ammesso i documenti che avevano depositato lo scorso 11 settembre. La prossima udienza è prevista per il 26 novembre, quando interverranno il procuratore Fabio Napoleone al quale è stata affidata la requisitoria e le parti civili. Si tornerà in aula, poi, il 16 dicembre per la parola ai difensori e, infine, il 30 gennaio per la sentenza.

L'accusa ad Adriatici da eccesso di legittima difesa a omicidio

Stando a quanto emerso nel corso delle indagini coordinate dal pm Roberto Valli, la sera del 20 luglio 2021 Adriatici aveva avuto una colluttazione con El Boussettaoui davanti a un bar di piazza Meardi a Voghera. Il 39enne, senza fissa dimora e conosciuto in zona, avrebbe dato uno schiaffo all'assessore che, mentre cadeva, avrebbe esploso un colpo di pistola con la sua Beretta calibro 22 che portava con sé uccidendolo. Il magistrato aveva chiesto per Adriatici il rinvio a giudizio per eccesso colposo di legittima difesa.

Secondo la giudice Valentina Nevoso, però, la ricostruzione che era emersa nel corso del processo di primo grado non sarebbe stata compatibile con l'ipotesi di reato formulata da Valli. Adriatici, infatti, era stato ripreso da una telecamera mentre eseguiva quello che è stato definito "un servizio di ronda armata e di pedinamento" nei confronti di un "cittadino già oggetto di segnalazioni". Nella pistola, poi, erano stati caricati "proiettili a punta cava, utilizzabili in poligono e non per difesa personale" e un colpo era già "in canna".

I nuovi documenti depositati da Adriatici e il processo con rito abbreviato

Così, la giudice Nevoso aveva rinviato gli atti in Procura e Valli aveva lasciato il fascicolo, ora nelle mani dei magistrati Stefano Civardi e Fabio Napoleone, procuratore capo di Pavia. I due magistrati hanno chiuso di nuovo le indagini e chiesto il rinvio a giudizio di Adriatici per omicidio volontario. Lo scorso 11 settembre, i legali dell'ex assessore hanno depositato agli atti alcuni documenti, come la valutazione di un commissario di polizia sull'arma e le testimonianze di alcuni suoi conoscenti. Oggi, 23 ottobre, il giudice Riganti ha accolto i documenti, senza l'opposizione della parte civile, e approvato la richiesta di processo con rito abbreviato.

"Siamo contenti che il processo si svolgerà in tempi brevi e restiamo molto fiduciosi. Lasciamo che tutti facciano il loro lavoro", ha commentato Luca Gastini, uno degli avvocati di Adriatici. Il legale Marco Romagnoli, che rappresenta la famiglia di El Boussettaoui costituita parte civile, ha dichiarato: "Ci onora il fatto che il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, si sia incaricato di discutere questo procedimento".

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