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Lombardia zona arancione, le regole: spostamenti nel comune, ok a visite e bar e ristoranti chiusi

La Lombardia resta in zona arancione. Per almeno un’altra settimana restano consentiti gli spostamenti solo all’interno del proprio comune e restano chiusi bar e ristoranti, che possono lavorare con l’asporto e il domicilio. Consentita una visita al giorno a parenti e amici. Ecco tutte le regole.
A cura di Francesco Loiacono
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Spostamenti consentiti solo nel comune di residenza, sì alle visite a parenti e amici ma con limitazioni, bar e ristoranti operativi solo per servizio a domicilio o da asporto. Sono le regole della zona arancione, la fascia in cui la regione Lombardia resterà anche per la prossima settimana. Regole che i cittadini lombardi hanno imparato a conoscere bene, sia nei mesi scorsi e sia perché in vigore già dallo scorso lunedì 12 aprile. Vediamo dunque nel dettaglio quali norme regoleranno la vita dei cittadini lombardi almeno per la prossima settimana, in attesa di un possibile ritorno della zona gialla (e dunque di minori restrizioni, tra cui l'apertura di ristoranti e bar all'aperto anche di sera) a partire dal 26 aprile.

Spostamenti e visite a parenti e amici

In zona arancione resta in vigore il coprifuoco: dalle 22 alle 5 del mattino ci si può spostare solo per comprovati motivi di salute, lavoro o necessità, nel caso da giustificare con un'autocertificazione. Gli stessi motivi consentono gli spostamenti tra regioni, altrimenti vietati, e quelli al di fuori del proprio comune di residenza o domicilio. Una deroga è concessa a chi vive in comuni fino a cinquemila abitanti: in questo caso ci si può spostare entro un raggio di 30 chilometri, anche in altri comuni e regioni ma purché non si vada in un capoluogo di provincia. Un'altra deroga riguarda le visite a parenti o amici: sono consentite una sola volta al giorno, a un massimo di due persone adulte oltre a eventuali minori di 14 anni e disabili a carico. Resta sempre consentito il rientro al domicilio o alla residenza, così come è consentito raggiungere le seconde case, anche se situate in altre regioni (pure rosse) e purché non ci siano divieti specifici regionali.

Negozi, parrucchieri, bar e ristoranti in zona arancione

In zona arancione restano aperti tutti i negozi, indipendentemente dalla tipologia di merce che vendono. Nei giorni festivi e prefestivi sono però chiusi gli esercizi commerciali all'interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione dei seguenti: farmacie e parafarmacie, presidi sanitari, lavanderie e tintorie, alimentari, negozi di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.

Per quanto riguarda bar e ristoranti, restano chiusi al pubblico, nel senso che è vietato il servizio al bancone o ai tavoli ed è vietato consumare all'interno dei locali o nelle loro adiacenze. Dalle 5 alle 22 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, senza restrizioni dalle 5 alle 18. Dalle 18 alle 22 l'asporto è vietato ai bar senza cucina e altri esercizi simili con codice Ateco 56.3). È sempre consentita invece la consegna a domicilio e anche, senza limiti di orario, la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive per i soli clienti. Per quanto riguarda infine parrucchieri e centri estetici, in zona arancione restano aperti come gli altri servizi alla persona, quali le lavanderie.

Scuole: Superiori in presenza tra 50 e 75 per cento

In zona arancione le scuole sono in presenza al 100 per cento fino alle superiori. Vanno dunque in classe i piccoli bimbi e bimbe dei nidi, delle scuole d'infanzia e delle elementari, i ragazzini e le ragazzine delle scuole medie. Per quanto riguarda le superiori, la didattica è in presenza in misura compresa tra il 50 e il 75 per cento. Qualche novità potrebbe esserci a partire dal 26 aprile, quando il presidente del Consiglio Mario Draghi ha preannunciato che torneranno in classe in presenza tutte le scuole, anche in zona arancione. Per quanto riguarda le Università, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento, potranno predisporre in base all’andamento del quadro epidemiologico piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza a seconda delle esigenze formative e dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale.

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