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L’ingegnere collezionista di ossa umane: traffico di teschi e femori tra Milano, l’Abruzzo e Praga

In casa di un insospettabile ingegnere milanese erano state trovate una quarantina di ossa umane, tra teschi, femori e altre ossa. La procura di Milano aveva aperto un’inchiesta su un vasto traffico di reperti che si è però conclusa con l’archiviazione del professionista. Le ossa trovategli in casa sono però state confiscate e sono finite al Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli studi di Milano diretto dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo.
A cura di Francesco Loiacono
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C'è una chiesa a Milano affascinante e inquietante allo stesso tempo, San Bernardino alle ossa, con una cappella le cui pareti sono interamente ricoperte di ossa umane disposte in modo da creare suggestive decorazioni. Chissà se tra gli estimatori del santuario c'è anche l'ingegnere milanese coinvolto, ma in maniera che si è scoperta poi essere lecita, in un vasto traffico di ossa umane tra Milano, l'Abruzzo e Praga, capitale della Repubblica Ceca.

L'inchiesta nei confronti dell'ingegnere è stata archiviata

Il professionista milanese è risultato essere un appassionato collezionista di reperti del genere, e va subito detto che la sua passione non costituisce di per sé un reato. L'inchiesta che era stata aperta nei suoi confronti da parte della Procura di Milano è infatti finita con un'archiviazione, come riporta oggi Luigi Ferrarella sul "Corriere della sera". Caduta anche l'ipotesi di illecito amministrativo per commercio di ossa umane, proibito dal Regolamento di polizia mortuaria, perché i pacchi che il professionista aveva confezionato, contenenti teschi e altre ossa, erano stati bloccati tre anni fa in un centro smistamento Ups a Milano e non sono dunque mai giunti a destinazione.

Proprio da quei controlli degli spedizionieri erano scattate le indagini che, oltre all'ingegnere milanese, avevano portato gli inquirenti a individuare due dei "fornitori" del professionista: un anatomopatologo di Praga e un altro collezionista dell'Aquila. Durante la perquisizione nell'abitazione dell'ingegnere milanese erano venuti fuori una quarantina tra teschi e altre ossa umane, che erano state sequestrate in attesa dell'esito delle indagini. Adesso, nonostante l'archiviazione, i reperti sono stati tutti confiscati e sono andati a incrementare la collezione antropologica del Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'Università degli studi di Milano diretto dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo.

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