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La “leonessa dell’Isis” a processo immediato per terrorismo: reclutava minorenni sui social

Il pm della Procura di Milano ha chiesto il processo immediato per Bleona Tafallari. Conosciuta come la “leonessa dell’Isis” reclutava minorenni attraverso i social.
A cura di Enrico Spaccini
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L'arresto di Bleona Tafallari (17 novembre 2021)
L'arresto di Bleona Tafallari (17 novembre 2021)

Nel suo telefono erano stati trovati più di 7mila file tra audio, video e immagini di bandiere nere, scene di combattimento e di esecuzioni. Oltre ad almeno 2mila chat in cui prometteva ad altre ragazze che se si fossero arruolate avrebbero trovato uno sposo con il quale morire da martire. Ad attendere la "leonessa dell'Isis", ora c'è il processo per terrorismo internazionale. Il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, ha chiesto per Bleona Tafallari il rito immediato. L'ok da parte del giudice per le indagini preliminari è previsto per le prossime ore. La difesa della 19enne potrà chiedere il rito abbreviato (in modo da avere uno sconto di un terzo sulla pena) a porte chiuse.

Attività di arruolamento e proselitismo

Nata in Kosovo, viveva a Milano con il fratello. Bleona era stata arrestata lo scorso 17 novembre in seguito all'indagine coordinata dal pubblico ministero Leonardo Lesti e condotta dalla Digos. Come scritto nell'ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi, la 19enne avrebbe abbracciato il radicalismo di matrice jihadista e fatto attività di arruolamento e proselitismo. Attività che svolgeva attraverso social come Telegram e Snapchat, che riguardavano anche minorenni e senza nascondere l'ambizione di andare a combattere nelle zone di guerra contro il "nemico occidentale". Parte del materiale ritrovato nel telefono arrivava direttamente dall'agenzia di comunicazione dello Stato Islamico, "Al Havat Media Center".

Il cugino dell'attentatore di Vienna

Erano almeno tre anni che Bleona era entrata a far parte di una costola dell'Isis, il gruppo chiamato: "I leoni dei Balcani". Da qui il soprannome "leonessa". Nel gennaio del 2021 si era sposata con un "mujaheddin", un combattente della guerra santa islamica, di 21 anni che viveva in Germania. Anche lui kosovaro, sarebbe il cugino dell'attentatore di Vienna Kujtim Fejzula: il 20enne che il 2 novembre 2020 sparò nel centro storico della capitale austriaca uccidendo quattro persone. Negli interrogatori la ragazza si è sempre difesa affermando di non aver mai fatto propaganda. Avrebbe anche negato il fatto di aver preso in considerazione l'idea di "diventare martire, né di andare a combattere". Nonostante ciò, tra le chat più recenti prometteva a una 16enne che avrebbe trovato come sposo un Leone con il quale morire da martire dopo un matrimonio "bagnato dal sangue dei miscredenti".

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