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Blitz antiterrorismo a Milano: arrestata una ragazza di 19 anni

Una diciannovenne italiana di origini kosovare è stata arrestata dalla Polizia in un blitz a Milano scattato questa mattina: l’accusa è di associazione con finalità di terrorismo.
A cura di Giorgia Venturini
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Bliz antiterrorismo a Milano. La polizia ha arrestato una ragazza di 19 anni italiana di origini kosovare nella mattinata di oggi 17 novembre: l'accusa è di associazione con finalità di terrorismo. La manette sono scattate dopo l'inchiesta della Procura di Milano: il giudice delle indagini preliminari ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel dettaglio, le indagini, svolte dall'Antiterrorismo e dalla Digos di Milano con la collaborazione dell'Ectc di Europol e coordinate dalla sezione Antiterrorismo della Procura di Milano sono la guida di Alberto Nobili e dal sostituto Leonardo Lesti, hanno rivelato che la giovane era sostenitrice dell'Isis ed era già radicalizzata a 16 anni. Si tratta di Bleona Tafallari, cittadina italo-kosovara che da poco si era trasferita a Milano dove era ospite del fratello. La 19enne aveva sposato lo scorso gennaio con rito islamico un ventunenne miliziano di origini kosovare: l'uomo era vicino ai sostenitori dell'attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim. Dalle indagini è stata accertata la sua appartenenza all'organizzazione chiamata "Leoni dei Balcani", affiliata all’Isis.

Sul cellulare foto di attentati

Ma c'è di più: la giovane sul suo telefono conservava migliaia di video e immagini di attentati alcuni di questi "creati dall’agenzia di comunicazione dello Stato islamico Al Hayat Medica Center", come specifica anche il giudice per le indagini preliminari di Milano. In questi video si vedono le bandiere nere simbolo dell'organizzazione terroristica, scene di combattimento ma anche immagini di decapitazioni e attacchi terroristici, tra queste anche quelle della redazione di Charlie Hebdo. A preoccupare di più gli investigatori e gli inquirenti sono state soprattutto alcuni file in lingua inglese in cui spiegavano come addestrarsi da soli con l'obiettivo di commettere azioni violente nei Paesi occidentali, servendosi di ordigni fai da te. Questi documenti sono noti alle forze dell'ordine per essere anche strumenti di propaganda dello Stato Islamico. Tante le foto di ex attentatori ma anche sue immagini mentre si immortala col niqab e un guanto nero simbolo dell'Isis. In un altro video la 19enne canta un canto religioso "nel quale con la sua voce inneggia al defunto sceicco capo dello Stato islamico Al-Baghdadi ed essa stessa si vota al martirio".

La ragazza reclutava nuove ragazze tramite i social

Dalle indagini è emerso che la giovane reclutava altre giovanissime sui social promettendo loro uno sposo con il quale morire da martire. La 19enne infatti nel gruppo aveva una funzione di proselitismo "dell'Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare anche minorenni". Solo pochi mesi fa – come riporta La Repubblica – l'arrestata in una chat su Telegram "prometteva a una interlocutrice 16enne (…) con cui reciprocamente si appellava come ‘Leonessa' che le avrebbe trovato come sposo un ‘Leone'", un militante dei Leoni dei Balcani, "con il quale morire da martire dopo un matrimonio ‘bagnato dal sangue dei miscredenti'". Tutti particolari che dovrà ora chiarire agli inquirenti: le indagini sono scattate da una segnalazione dell'intelligence che trovava accertamenti sulla morte del marito. La 19enne viveva a Milano da pochi mesi ospite del fratello: durante il suo periodo a Milano era stato sempre in contatto con il marito.

L'arresto a pochi mesi dalla condanna di Alice Brignoli

Il nuovo arresto a Milano arriva qualche mese dopo la condanna di Alice Brignoli, la foreign fighter scappata dal Lecchese in Siria assieme al marito per unirsi all'Isis: è stata condannata a 4 anni per terrorismo internazionale dopo un processo per rito abbreviato. La condanna è stata inferiore di un anno rispetto alle richieste dell'accusa: il giudice ha però disposto per Brignoli l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e una provvisionale per ognuno dei quattro figli della donna. Tutto era iniziato nel 2015 quando la Brignoli nel 2015 aveva seguito il marito Mohamed Koraichi in Siria, portando con sé i tre figli minorenni della coppia. In Siria era nato anche il quarto figlio della donna, rimasta però vedova. A settembre dello scorso anno la donna e i suoi quattro figli erano stati rintracciati dai carabinieri del Ros in un campo profughi nel territorio siriano e rimpatriati: i quattro bimbi erano stati affidati a una casa famiglia mentre la madre era finita in carcere. Per la "mamma Isis", come è stata soprannominata, si sono poi aperte le porte del Tribunale.

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