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Alberto Genovese arrestato per stupro

La cugina di Alberto Genovese: “Di alcune ragazze mi diceva cose tipo ‘l’ho uccisa’”

Alberto Genovese aveva raccontato alla cugina quanto avvenuto nel suo attico Terrazza sentimento con la 18enne che lo ha poi accusato di averla drogata e stuprata: “Mi ha detto di essersi reso conto di averle fatto male”. Martedì partirà il processo nei confronti dell’imprenditore digitale, a cui è contestata anche un’altra violenza sessuale. Lui si difende sostenendo che i suoi fossero “droga party” e che le ragazze fossero consenzienti.
A cura di Francesco Loiacono
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Inizierà martedì 2 novembre, davanti al giudice per l'udienza preliminare di Milano Chiara Valori, il processo nei confronti di Alberto Genovese, l'imprenditore digitale arrestato nel novembre dello scorso anno e accusato di aver drogato e stuprato due ragazze in due diverse circostanze. La prima udienza servirà per individuare le parti civili: non ci saranno ulteriori dichiarazioni dell'imputato o di altre persone già sentite nel corso delle indagini. Tra queste ultime figura anche la cugina di Genovese, ascoltata in procura lo scorso 7 aprile. Il quotidiano "La Repubblica" ha tirato fuori alcune sue dichiarazioni che denotano come l'imprenditore fosse consapevole della violenza dei rapporti sessuali che aveva con alcune delle ragazze che lo frequentavano, inclusa anche la presunta vittima dello stupro dello scorso 10 ottobre, dalla cui denuncia scaturì l'arresto di Genovese.

Genovese alla cugina: Sai che mi voglio drogare e andare a letto con le tipe

"Mi ha detto di essersi reso conto di averle fatto male – ha detto agli inquirenti la cugina -. Ha cominciato a dirmi quello che le aveva fatto, ma io l'ho interrotto subito". Il cugino le avrebbe poi detto: "Lo sai che io mi voglio drogare e andare a letto con le tipe" e in altre circostanze avrebbe parlato in questi termini delle ragazze che frequentava: "Mi aveva detto cose tipo ‘l'ho uccisa', ‘l'ho ammazzata'". Eppure, aveva annotato ad aprile la cugina, le ragazze "tornavano sempre, per cui deduco che andasse loro bene cosi". La parente di Genovese era con lui in occasione del secondo episodio contestato all'imprenditore, la presunta violenza sessuale nei confronti di una 23enne avvenuta in una villa ad Ibiza: quando chiese al cugino cosa fosse successo lui le rispose che andava tutto bene.

La cugina di Genovese ha detto agli inquirenti che durante la vacanza a Ibiza tutti "consumavano droghe in grande quantità". E che le feste di Genovese, sia nel lussuoso attico nel centro di Milano "Terrazza sentimento" sia a Ibiza, fossero dei "droga party" lo ha detto lo stesso Genovese al pubblico ministero Rosaria Stagnaro nel corso dell'ultimo interrogatorio prima del processo, risalente allo scorso 8 ottobre. Racconti che fanno parte della tesi difensiva di Genovese, che ha sempre sostenuto che tutti gli invitati ai suoi party, incluse le ragazze che lo hanno poi accusato, fossero consenzienti e consapevoli di ciò a cui andavano incontro: "I miei erano droga party, le ragazze venivano per la droga". In alcune chat finite agli atti del processo l'imprenditore invece confessava agli amici la "predilezione" per ragazze giovani: "Io sono un porco pedofilo, ho un range 16/20, in Italia è legale, tecnicamente". Dopo l'arresto dello scorso 6 novembre e mesi trascorsi a San Vittore, Genovese sta seguendo un percorso di disintossicazione in una clinica di Varese, dove si trova ai domiciliari.

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