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La bufala su J-Ax e Fedez arrestati: il pm chiede archiviazione per chi mise in giro la fake news

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione in merito all’inchiesta per diffamazione che riguardava la fake news, fatta circolare nel 2017 dal cosiddetto “re delle bufale”, su un presunto possesso di droga che vedeva protagonisti i cantanti J-Ax e Fedez. La difesa dei di Fedez si è già opposta all’archiviazione.
A cura di Simona Buscaglia
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Aveva diffuso in rete una falsa notizia che aveva fatto il giro del web nel 2017: “J-Ax e Fedez arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina”. Una vera e propria fake news che partiva da una presunta infrazione del codice della strada, dove si diceva che i due avrebbero preso con la loro auto in contromano via Montenapoleone, nel cuore del quadrilatero della moda, per arrivare poi al fermo dei carabinieri che avrebbero poi trovato lo stupefacente in macchina. Ci sarebbe stato addirittura un testimone del fatto. Era invece tutto inventato da un 38enne, noto anche come "Il Re dell Bufale", che però potrebbe ora veder archiviata l’inchiesta per diffamazione proprio perché è un noto diffusore di fake news. A richiedere l’archiviazione è stata la Procura di Milano.

La protesta dei due rapper: La disinformazione non può mai essere considerata lecita

La difesa di Federico Lucia, al secolo Fedez, si oppone alla richiesta di archiviazione, precisando che, come riporta il Corriere della Sera, "la disinformazione non può essere considerata lecita". Il magistrato milanese scrive al giudice per le indagini preliminari, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, che l’indagato, usa strampalati "nomi d’arte" ed è noto come "il re della bufala sociale italiana"", avendo fatto circolare "numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici". J-Ax e Fedez fecero all'epoca della bufala una smentita ufficiale tramite l'agenzia di stampa Ansa e presentarono poi una querela ufficiale per diffamazione nei confronti del 38enne. Quello che l'uomo ha fatto, e che ha ammesso senza problemi alla Polizia postale, può però "giustificare il diritto al risarcimento del danno" con un’azione in sede civile, avverte il magistrato.

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