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Il traduttore di Papa Benedetto XVI è deceduto il giorno dopo la sua morte

Teologo e diacono, Giulio Colombi è morto a 97 anni il giorno dopo la scomparsa di Papa Benedetto XVI. Con le sue traduzioni, aveva contribuito a far conoscere Joseph Ratzinger anche in Italia.
A cura di Enrico Spaccini
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Benché Papa Benedetto XVI abbia pronunciato le sue ultime parole in lingua italiana, quando era ben lontano dal divenire pontefice anche lui ha avuto bisogno di un traduttore. Era terminato da poco il Concilio Vaticano II, quello durato tre anni, dal 1962 al 1965, quando gli scritti di Joseph Ratzinger iniziarono a girare anche in Italia. E l'autore di quelle traduzioni era il professor Giulio Colombi, l'uomo che per più di 40 anni è stato diacono permanente a Brescia e che si è spento a 97 anni il primo gennaio 2023, proprio il giorno dopo la morte del pontefice.

I libri e gli articoli tradotti da Colombi

Teologo, dal 1957 lavorava per la casa editrice cattolica Morcelliana, a fianco di Stefano Minelli e formando allievi e allieve e promuovendo la conoscenza di autori di riferimento della cultura contemporanea. Nel corso della sua carriera ha tradotto più di cento libri e centinaia di articoli dal tedesco, ma anche dal danese, francese, portoghese e spagnolo.

Con il suo lavoro ha fatto conoscere anche nel nostro Paese autori come Karl Rahner, Hans Urs von Balthasar, appunto Joseph Ratzinger e Romano Guardini. Proprio da quest'ultimo arriva l'opera riconosciuta come il capolavoro di Colombi: "Il Signore". Traducendo dal tedesco all'italiano (Guardini era nato a Verona ma è vissuto in Germania), cercava di interpretare in una lingua d'arrivo lo spirito della lingua di partenza. Lo spirito che si dice si nasconda nello stile di un autore.

Dal 4 dicembre 1982 ha ricoperto il ruolo di diacono permanente nella Chiesa di Brescia. Chi lo ha conosciuto lo definiva un "santo colto" per via della sua umiltà e della sua capacità di mettersi in ascolto di chiunque, per una traduzione o per un aiuto. Lo chiamavano "professore", ma in realtà Colombi ha sempre rifiutato l'idea di intraprendere una carriera universitaria nonostante i numerosi inviti.

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