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Stefano Ansaldi morto suicida a Milano

Ginecologo Ansaldi morto a Milano, gli investigatori non escludono l’ipotesi suicidio

Gli investigatori non si sentono di escludere nessuna ipotesi, nemmeno quella del suicidio. La morte del ginecologo campano resta ancora avvolta nel mistero: nessuna impronta sull’arma del delitto trovata accanto al corpo del medico in via Macchi a Milano e pochi dettagli sulle ore precedenti al delitto.
A cura di Chiara Ammendola
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Le risposte sul mistero della morte del ginecologo Stefano Ansaldi sono ancora poche, per questo gli investigatori che da sabato lavorano senza sosta per tentare di capire cosa sia accaduto al medico 65enne campano morto a Milano per una profonda ferita alla gola inferta con un coltello non si sentono di escludere nessuna ipotesi. Compresa quella del suicidio. Stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Adriano Scudieri, al momento non ci sono elementi che possano far escludere che l'uomo si sia provocato da solo quella ferita poi rivelatasi mortale.

Nessuna impronta sul coltello trovato accanto al corpo di Ansaldi

Al momento gli elementi chiari riguardano le ore precedenti alla sua morte: secondo quanto ricostruito finora sembra infatti che Ansaldi sia giunto a Milano tre ore prima l'ora del ritrovamento del suo corpo in via Mauro Macchi, avvenuto intorno alle 18. Non è chiaro cosa abbia fatto in quelle tre ore, forse ha vagato per la città, sicuramente non aveva comprato un biglietto di ritorno né aveva prenotato un albergo per poter pernottare o portato con sé un cambio d'abiti che possa far pensare all'idea di voler restare in città per la notte. Pochi dettagli utili. Poi i passanti che notano il corpo di Ansaldi sabato 19 dicembre in via Mauro Macchi, all’angolo con via Scarlatti, poco distante dalla stazione Centrale: il ginecologo ha le mani premute sul collo per tamponare la ferita. L'arma viene rinvenuta vicino al corpo, ma su quel coltello da cucina non vi sono impronte.

Ansaldi non aveva comprato il biglietto di ritorno

Poco distante dal corpo c'è la 24 ore del ginecologo al cui interno ci sono solo documenti d’identità e biscotti, e poi Rolex tolto dal polso, chiuso e posizionato a terra. Nessun cellulare però, che al momento non è stato ancora ritrovato. Ansaldi viveva e lavorava a Napoli, non era solito spostarsi a Milano, pur avendo una sorella. Alla famiglia aveva detto che avrebbe dovuto incontrare una persona a Milano, ma che sarebbe rientrato poche ore dopo.

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