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Stefano Ansaldi morto suicida a Milano

Ginecologo ucciso a Milano, soldi in paradisi fiscali e vecchie denunce: l’ipotesi di una vendetta

Si scava nel passato di Stefano Ansaldi per fare luce sul suo omicidio. Tante le piste seguite dagli inquirenti, che hanno praticamente abbandonato l’ipotesi di una rapina finita male. Prende corpo la pista di una vendetta per un torto subìto, da parte di una persona che il ginecologo campano conosceva e doveva incontrare. Nel passato del medico qualche lato oscuro, tra assegni scomparsi e destinati a paradisi fiscali e una vecchia denuncia di una sua paziente per la morte della figlia appena nata.
A cura di Francesco Loiacono
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È probabilmente nel suo passato, più o meno recente, la chiave dell'omicidio di Stefano Ansaldi, ginecologo campano 65enne ucciso sabato pomeriggio a Milano vicino alla stazione Centrale. L'ipotesi di una rapina finita male non è ancora totalmente scartata, ma è considerata molto poco plausibile dai carabinieri del comando provinciale di Milano che indagano sul delitto. Ieri gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pubblico ministero Adriano Scudieri, lo hanno ribadito: "Un omicidio troppo efferato, con una coltellata a tagliare di netto la gola, per ipotizzare una rapina finita male". Senza contare tutte le incongruenze: dal Rolex del medico trovato accanto al corpo, per terra, all'arma del delitto, un coltello da cucina poco "pratico" per dei rapinatori di strada.

La vittima conosceva il suo assassino?

Praticamente archiviata l'ipotesi rapina, avanza il sospetto che la vittima conoscesse il suo assassino. E a questo punto entra in gioco il passato di Ansaldi, ginecologo stimato dai suoi pazienti (era originario di Benevento ma operava nel Rione Sanità, a Napoli), ma che in ogni caso aveva anche sulle spalle una denuncia di una donna che, come riporta il "Corriere della sera", lo incolpava assieme ad altri colleghi della morte della figlia appena nata. Siamo sempre nel campo delle ipotesi: troppo poco per capire se questo precedente c'entri col delitto, anche perché non è raro, specie per un medico con una lunga carriera alle spalle, ricevere denunce legate al suo passato professionale.

L'ipotesi di una feroce vendetta per un torto subìto

Eppure potrebbe esserci una feroce vendetta per un torto subìto dietro la coltellata alla gola con cui Ansaldi è stato sgozzato. Che sia strettamente legata alla sua professione, come ipotizza Massimo Pisa sul quotidiano "La Repubblica", o che possa c'entrare con questioni di soldi, magari legata alla scomparsa di un vecchio assegno in bianco destinato a una società "paradiso fiscale" a Malta, di cui invece parla ancora il "Corsera", al momento non si può sapere. Le sole certezze, al momento, sono le stranezze della vicenda: un uomo che è arrivato in treno da Napoli con una valigetta 24 ore praticamente vuota (dentro c'erano solo dei biscotti), senza un ricambio, senza nemmeno il biglietto di ritorno. Un uomo che aveva detto alla moglie (con cui non era in buoni rapporti) e ai famigliari che doveva andare a Milano a incontrare qualcuno, senza però specificare chi. I carabinieri di Napoli, che stanno collaborando con i colleghi di Milano, hanno sequestrato ieri mattina il pc e altri cellulari della vittima nel suo studio e nella sua abitazione. All'interno potrebbero esserci le tracce che il killer ha pensato di far sparire prendendo il cellulare di Ansaldi, una delle poche cose assieme al suo portafogli che non gli sono state trovate addosso.

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