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Divieto di vestirsi da prostitute, la sindaca: “Attaccata perché donna”. Ma la norma è scritta male

Si dice attaccata “perché donna” Elisa Balconi, la sindaca leghista di Cassina de’ Pecchi, nel Milanese, al centro delle polemiche da giorni per un tentativo di modifica del regolamento della polizia locale. Nel mirino dell’opposizione e di diversi cittadini una norma che vieta di intrattenersi con chi per “atteggiamento, abbigliamento o modalità comportamentali” manifesti “l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali”. Ma come è possibile valutare le intenzioni di una persona dal modo in cui è vestita? Anche la sindaca riconosce “un’ambiguità” nella norma, che potrebbe essere modificata prima della discussione in Consiglio comunale prevista per domani.
A cura di Francesco Loiacono
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Si dice attaccata "perché donna" Elisa Balconi, la sindaca leghista di Cassina de' Pecchi, nel Milanese, al centro delle polemiche da giorni per un tentativo di modifica del regolamento della polizia locale. In una delle norme che saranno discusse in Consiglio comunale domani, venerdì 30 aprile, si legge che sarà vietato "contrarre ovvero concordare prestazioni sessuali oppure intrattenersi, con soggetti che esercitano attività di meretricio su strada o che, per atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali manifestino comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali".

Proprio il riferimento all'atteggiamento, abbigliamento e alle modalità comportamentali di chi avrebbe intenzione di prostituirsi è stato duramente criticato sia dall'opposizione, sia da diversi cittadini su Facebook, dove il Comune in un tentativo di difendere la norma ha messo la classica "toppa peggiore del buco". La sindaca, al "Corriere della Sera", ha detto di aver "ripreso parola per parola, riga per riga, il codice in vigore da due anni a Bussero e Pessano Con Bornago, due Comuni limitrofi, a guida centrosinistra e centrodestra, con cui condividiamo la gestione della Polizia locale". Ma "quei due Paesi sono governati da sindaci uomini" e "quindi nessuno dice niente", dice la prima cittadina, aggiungendo: "Se c’è una donna discriminata in questa vicenda sono io".

La norma è pensata male e scritta peggio

Insomma, un tentativo di spostare la discussione verso il sessismo e la discriminazione nei confronti delle donne, che però in questo caso ci sentiamo di dire che non c'entrano proprio niente. Il punto è che si tratta di una norma pensata male e scritta peggio. Nata per ribadire – come peraltro detto dalla stessa sindaca – "una norma avente ad oggetto quanto è già legge in Italia, ovvero il divieto di sfruttare e/o favorire la prostituzione. Maschile e femminile", finisce col risultare quasi grottesca e di sicura difficile interpretazione. Come potranno infatti, gli agenti della polizia locale, valutare gli abbigliamenti o gli atteggiamenti leciti? E immaginatevi gli insulti che si prenderebbero se si azzardassero a sbagliare una valutazione nei confronti di una signora (o di un signore) magari estrosi nel vestire, ma non per questo intenzionati a offrire del sesso a pagamento.

La stessa sindaca al Corsera riconosce "un'ambiguità" nella norma del nuovo regolamento, e preannuncia la possibilità di eliminare il riferimento all'abbigliamento prima che il testo venga discusso domani in Consiglio. "Ma che non sembri una marcia indietro", aggiunge. Perché scusarsi semplicemente per una norma scritta male e fare una marcia indietro – a Cassina de' Pecchi così come a Bussero o Pessano con Bornago – è forse troppo difficile.

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