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Decapitata la statua di Gesù Bambino: vandalizzato il presepe di Ciliverghe di Mazzano

A Ciliverghe di Mazzano, in provincia di Brescia, ignoti hanno distrutto il presepe allestito davanti a una chiesa, decapitando la statua di Gesù Bambino.
A cura di Francesco Loiacono
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La foto dal gruppo Facebook "Sei di Mazzano se"
La foto dal gruppo Facebook "Sei di Mazzano se"

Ignoti vandali sono entrati in azione durante la notte a Ciliverghe, frazione di Mazzano, in provincia di Brescia, colpendo il presepe allestito di fronte alla chiesa di San Filippo Neri. A fare le spese della furia dei vandali è stata in particolare la statua di Gesù Bambino, che è stata decapitata e lasciata distrutta in bella mostra. Le prime denunce dell'episodio sono arrivate via social, sulla pagina Facebook "Sei di Mazzano se": "Ecco come è stato ridotto il bambin Gesù sulla capanna davanti alla chiesa di Ciliverghe – ha scritto un utente pubblicando anche la foto della statua distrutta -. Non ho parole per commentare questa azione".

Tanti i commenti su Facebook

Senza parole anche il parroco don Roberto Rovaris, che alla testata locale "Bresciatoday" ha commentato sconsolato: "Non c'è rispetto, oltre che dalla fede, delle idee degli altri". E neanche del lavoro degli altri: ad allestire la scena della Natività erano stati infatti alcuni volontari, che adesso però si sono subito rimboccati le maniche e stanno provvedendo a riparare la statua danneggiata. Si sta anche cercando di individuare i vandali, ma l'impresa non sembra facile: nella zona c'è infatti una sola telecamera, che però non è nemmeno posizionata direttamente in direzione del presepe. Chissà però che l'ignoto o gli ignoti autori del gesto non decidano di uscire allo scoperto da soli, scusandosi dell'accaduto sulla scia delle tante reazioni di sdegno suscitate. Non è comunque la prima volta che i vandali si divertono a infierire sul presepe, così come su altri simboli religiosi: alcuni giorni fa perfino un presepe "no vax" allestito in una cappella privata di Sant'Anna di Passirano, sempre nel Bresciano, era finito nel mirino di ignoti devastatori.

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