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Alberto Genovese arrestato per stupro

Caso Genovese, parla l’amico Leali: “Era innamorato della ragazza che lo ha accusato di stupro”

Daniele Leali, l’amico di Alberto Genovese, racconta in un’intervista cosa ha visto la sera del 10 ottobre, quando una ragazza ha denunciato di essere stata drogata e stuprata da Genovese nella sua casa in centro a Milano. Leali non si sarebbe accorto di nulla: “Era una festa normale”. Nega di aver portato lui la droga che girava al party, e afferma che Genovese dopo quella sera gli ha chiesto di contattare la ragazza e gli ha detto che era innamorato di lei.
A cura di Francesco Loiacono
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Alberto Genovese e l'amico Daniele Leali
Alberto Genovese e l'amico Daniele Leali
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Alberto Genovese "era innamorato" della ragazza 18enne che lo ha accusato di averla drogata e stuprata. È una delle frasi che il suo amico – "ma non braccio destro" – Daniele Leali, tornato a Milano dopo essere stato a Bali per lavoro, riferisce in un'intervista al "Corriere della sera" rilasciata nello studio del suo avvocato, Sabino Di Sibio. Anche Leali sarebbe coinvolto nella brutta vicenda per la quale Genovese, imprenditore digitale che ha fondato diverse start up di successo, si trova in carcere a San Vittore. Leali, che lavora da decenni nel mondo dei locali e della notte, è accusato dalla procura di Milano di aver procurato la droga che girava a fiumi a casa di Genovese, quella "Terrazza sentimento" nel centro di Milano dove si sarebbe consumato lo stupro della 18enne lo scorso 10 ottobre.

Lui si difende: "Sono sempre stato lontano dal mondo della droga", dice, anche se ammette che la droga, a suo dire portata da fuori, c'era ed effettivamente veniva servita sui piatti, come riferito anche da alcune testimoni presenti alla festa. Di quei party a "Terrazza sentimento" Leali dice di non essere l'esclusivo organizzatore, nel senso che Genovese le organizzava anche prima di conoscerlo. Vi partecipavano "artisti, manager, impiegati, imprenditori, quasi tutte coppie", ma anche le belle ragazze, che "si autoinvitavano". Tra queste giovani c'è la modella, il cui nome venne dato a Leali "da un’amica comune", che ha accusato Genovese di averla drogata e stuprata. Un racconto dell'orrore, secondo quanto riferito a Fanpage.it dall'avvocato della vittima, Luigi Liguori: "La mia cliente è stata torturata per 20 ore. Ripeto, torturata. Neppure nei film dell’orrore si vedono cose di questo tipo. Nonostante abbia 25 anni di carriera e abbia seguito storie di ogni tipo, quando ho letto il decreto di fermo di Genovese ho dovuto fare una pausa per prendere fiato".

Aveva il dubbio che la gente gli stesse accanto per i soldi

Eppure secondo Leali il party del 10 ottobre è stata una festa "normale", né lui aveva mai avuto sentore che Genovese – come denunciato da altre tre ragazze – usasse violentare giovani stordite dalla droga. Però Leali aveva ben presenti i problemi con gli stupefacenti che Genovese aveva ormai da anni, come riferito dallo stesso imprenditore negli interrogatori con gli inquirenti: "Gli sono stato vicino in questi ultimi mesi ed ho cercato di farlo desistere da questo stile di vita", dice Leali, secondo cui Genovese non era felice: "Soffriva perché aveva sempre il dubbio che la gente gli stesse accanto solo per i soldi. Viveva male".

Genovese mi ha detto che era innamorato di lei

All'amico Leali, rispetto a quella sera del 10 ottobre Genovese avrebbe detto di essere "dispiaciuto per quello che aveva fatto", di avergli chiesto di contattarla e di essere "innamorato di lei". Rispetto alla ricostruzione fatta dagli inquirenti (anche sulla base delle immagini delle telecamere presenti a casa Genovese), Leali è convinto che "qualcosa di grave" sia successo, anche se non mancano i dubbi legati al comportamento della 18enne: "Dopo che aveva lasciato l’ospedale era già di nuovo per locali e feste". Un dettaglio che, anche se confermato, non toglierebbe però nulla all'orrore vissuto dalla giovane la sera del 10 ottobre.

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