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Caso Bozzoli, spunta il movente dietro la misteriosa scomparsa dell’imprenditore

Ci sarebbe un movente dietro la sparizione dell’imprenditore Mario Bozzoli avvenuta nell’ottobre del 2015 a Brescia, nello specifico si tratterebbe di una truffa così come svelato dal settimanale “Giallo” che il fratello dell’imprenditore avrebbe perpetrato ai danni dello stesso. Per la sua sparizione è attesa la decisione del gip del tribunale di Brescia sul rinvio a giudizio per il nipote Giacomo, indagato per omicidio volontario e soppressione di cadavere.
A cura di Chiara Ammendola
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In attesa di conoscere la decisione del giudice per le indagini preliminari il prossimo 10 dicembre sulla richiesta di rinvio a giudizio per il 35enne Giacomo Bozzoli indagato per omicidio volontario e soppressione di cadavere, al caso dell'imprenditore scomparso Mario Bozzoli si aggiunge un altro elemento. Ed è contenuto nella relazione che il Ros, il reparto speciale dei carabinieri, ha consegnato nei giorni scorsi proprio al giudice: all'interno vi è il presunto movente che si nasconde dietro la sparizione del proprietario della fonderia bresciana avvenuta l'8 ottobre 2015.

Una truffa per riscuotere i soldi dell'assicurazione e aprire un'altra fonderia

Nella relazione pubblicata per la prima volta in esclusiva dal Settimanale Giallo vi è l'ipotesi dei carabinieri circa una truffa perpetrata da Adelio Bozzoli, il fratello della vittima: quest'ultimo infatti avrebbe finto un guasto a due forni della fonderia così da poter riscuotere un premio dall'assicurazione di oltre 500mila euro. L'uomo in realtà avrebbe voluto utilizzare quei soldi per finanziare la costruzione di un'altra fonderia che avrebbe gestito con i figli Giacomo e Alex. Secondo quanto riportato dal settimanale però Mario Bozzoli avrebbe scoperto la truffa poco prima della sua morte: l'imprenditore infatti secondo gli inquirenti avrebbe trovato una delle fatture che dimostravano la truffa.

Il corpo di Bozzoli infatti non è mai stato trovato

Si tratta di un altro elemento che potrebbe rivelarsi fondamentale per la decisione del giudice che dovrà stabilire se procedere con un processo per omicidio o meno: il corpo di Bozzoli infatti non è mai stato trovato. La procura è convinta della colpevolezza del nipote, Giacomo rimasto l'unico imputato per la vicenda (erano stati indagati in precedenza anche il fratello e due ex dipendenti di Mario Bozzoli): secondo il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli, che ha raccolto l'eredità di quasi cinque anni di indagini, è stato Giacomo Bozzoli, la sera dell'8 ottobre 2015, a uccidere lo zio, proprietario assieme al fratello Adelio (e padre di Giacomo) della fonderia di Marcheno, in provincia di Brescia, e poi a farne sparire il corpo.

La scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli: cinque anni di misteri

L'omicidio sarebbe avvenuto proprio all'interno della "fonderia dei misteri", che nel frattempo è stata chiusa. Da lì, la sera dell'8 ottobre 2015, partì l'ultima telefonata dell'imprenditore 50enne alla moglie: "Faccio una doccia, mi cambio e torno a casa". A casa, però, Mario Bozzoli non è più tornato. A differenza di quanto ipotizzato in un primo momento, il corpo senza vita dell'imprenditore non sarebbe finito in uno dei forni della fonderia – nonostante accurate indagini non sono stati infatti ritrovati resti -, ma sarebbe stato portato via dal nipote Giacomo in un sacco. Indizi, ma nessuna prova concreta. E infatti, mentre il procuratore aggiunto e le parti civili – la moglie e i figli di Mario Bozzoli – hanno chiesto il rinvio a giudizio per il nipote, la difesa di Giacomo Bozzoli ha chiesto il "non luogo a procedere" proprio per mancanza di prove.

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