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Carla Fracci, tutte le location del film tra Milano, Roma e Orvieto: l’intervista allo scenografo

Dopo il cinema, il film “Carla” che racconta la storia della stella della danza Carla Fracci, approda in tv su Rai Uno. Fanpage.it ha intervistato lo scenografo Fabio Vitale che ha curato tutte le location.
A cura di Francesco Loiacono
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Il film "Carla", che racconta la vita della stella della danza, Carla Fracci, dopo il cinema approda anche in tv, trasmesso da Rai Uno. È l'attrice Alessandra Mastronardi a interpretare l'étoile scomparsa il 27 maggio 2021 all'età di 84 anni, dopo una lunga malattia. Il film, prodotto da Rai Fiction e Anele e diretto da Emanuele Imbucci, ripercorre la vita e la carriera di Carla Fracci, che è sempre stata molto legata a Milano: sono tanti i luoghi della città che "parlano" di lei e tante le modalità con cui il capoluogo lombardo ha deciso di omaggiare la stella della danza, alla quale è stato anche dedicato un tram. In occasione dell'arrivo del film sul piccolo schermo, Fanpage.it ha intervistato lo scenografo Fabio Vitale, che si è occupato di ricostruire nella "finzione scenica" tutti i luoghi simbolo di Carla Fracci. Non tutte le scene sono infatti state girate nei luoghi originali, ma in molti casi lo scenografo ha dovuto ricostruire luoghi e situazioni in altre location: vediamo quali.

Carla da giovane ha vissuto prevalentemente a Milano, ma il film è stato girato anche a Roma e Orvieto: come avete scelto questi luoghi? Per quali scene? 

Dopo una ricerca storico fotografica degli ambienti presenti nella storia, abbiamo trovato a Roma e a Orvieto delle location scenografiche giuste, che potevano essere adattate o in alcuni casi trasformate. L’Atelier Biki di Milano, l’albergo di New York, l’entrata di servizio della Scala e il magazzino scenografico della Scala, scene realizzate a Roma. Lo studio di Nureyev, la casa dei genitori di Carla, la casa dei Fracci a Milano, sono location trovate ad Orvieto. La clinica dove Carla partorisce, la balera del dopolavoro ferroviario e soprattutto la sala della scuola di ballo, i camerini, lo spogliatoio delle ballerine, i corridoi, l’infermeria, sono tutte location ricostruite nella caserma Piave ad Orvieto, con un grande lavoro di costruzioni scenografiche.

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Il Teatro Alla Scala ha aperto le sue porte per la prima volta per le riprese cinematografiche: com'è stato girare in un luogo così suggestivo? Avete dovuto rispettare dei limiti?

Poter girare alla Scala di Milano è stata una grande emozione; a fronte dell’impossibilità di girare per non più di due giorni all’interno della Scala, è stato importante poter vedere da vicino lo stile architettonico e i colori per poter successivamente, ricostruire situazioni scenografiche all’interno del Teatro Mancinelli di Orvieto che opportunamente adattato con artifici scenici e inquadrature studiate, è stato trasformato nella "Scala", rispettando le indicazioni date.

Qual è il "luogo del cuore" di Carla Fracci?

Sicuramente il luogo del cuore di Carla è il laghetto in campagna, dove durante la guerra fu rifugiata insieme alla nonna, dove vedrà la libellula che le fu di ispirazione per tutta la sua carriera.

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Alcune scene sono state girate anche al teatro Mancinelli di Orvieto?

Nel teatro Mancinelli abbiamo girato parecchie scene, come l’entrata delle giovani ballerine per la prima volta alla Scala accompagnate dai genitori, la sala di premiazione, i corridoi, la platea ma soprattutto il palco con la scenografia del balletto "Lo spettro della rosa".

Anche gli oggetti, in un film, raccontano una storia: in questo caso quali sono i dettagli più significativi?

Sicuramente le prime scarpette da ballo che la mamma le dona, il proiettore di Nureyev presente nel suo studio o la libellula gioiello donata a Carla dalla sua amica del cuore.

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Abbiamo sempre visto Carla Fracci vestita di bianco, ora la vediamo giovane: per i costumi vi siete ispirati alle foto d’epoca?

Certo tutto è stato documentato con delle foto d’epoca, con accurate e meticolose ricerche.

(Ha collaborato Beatrice Manca)

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