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Inchiesta Lombardia Film Commission: il pm di Milano chiede la condanna a cinque anni per Barachetti

Il pm del tribunale di Milano ha chiesto 5 anni per l’imprenditore Francesco Barachetti, imputato per peculato e false fatture per la compravendita del capannone di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission.
A cura di Simona Buscaglia
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Il pubblico ministero di Milano Stefano Civardi ha chiesto una condanna a 5 anni di reclusione per l'imprenditore Francesco Barachetti, imputato per peculato e false fatture in merito alla vicenda della compravendita del capannone di Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia Film Commission, tra l'anno 2017 e 2018, con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. Il Tribunale di Milano ha previsto oggi, oltre alle discussioni dei pubblici ministeri, quelle delle parti civili Fondazione Lombardia Film Commission e Comune di Milano. La sentenza è prevista per il 23 dicembre.

La requisitoria del pm

Sulle base degli atti d'indagine e le testimonianza raccolte, il pm nella sua requisitoria, ha parlato di Barachetti come di un imprenditore "del mondo della Lega", aggiungendo, come riportato da Ansa: "Non è il palo durante la rapina (dei soldi pubblici, ndr), ma il suo contributo è fondamentale per la riuscita dell'operazione". Il pm ha poi precisato che: "È un imprenditore che da subito si è messo a disposizione per assicurare il ritorno dei soldi a Manzoni e Di Rubba e la sua parte è stata pagata profumatamente". L'imprenditore, secondo quanto spiegato dal pm, avrebbe fatto parte "di un rodato sodalizio criminale".

La richiesta di risarcimento delle parti civili

L'avvocato Andrea Puccio, che assiste Lombardia Film Commission, ha dichiarato: "Oggi, in sede di conclusioni chiediamo come parte civile costituita, il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. In particolare: il danno patrimoniale è calcolato in 565.836 euro, mentre quello non patrimoniale in euro 1.122.888".

L'altro filone processuale

Nel mese di giugno, con rito abbreviato, erano già stati condannati, in seguito all'inchiesta della Guardia di finanza, i revisori contabili per la Lega in Parlamento Alberto Di Rubba, anche ex presidente di Lfc, e Andrea Manzoni e altri indagati, tra cui anche il commercialista Michele Scillieri, hanno già patteggiato.

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