Baby Gang indagato per la videochiamata a Niko Pandetta in carcere durante un concerto a Catania

"È mio fratello. Fate un c… di casino per Niko Pandetta", ha gridato dal palco il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, durante la sua ultima data a Catania, quando avrebbe videochiamato in diretta il collega Niko Pandetta, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti in carcere in Calabria.
Un gesto che è costato caro al trapper, oggi indagato dalla Procura di Catania per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall'avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente a Catania. Così gli agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell'artista, che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.
All'indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania, che vieta a Baby Gang di dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto estivo, previsto per l'8 agosto prossimo a Villa Bellini.
Al centro dell'inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia all'One Day Music Festival dove, prima di esibirsi con la canzone Italiano scritta proprio con Niko Pandetta, ha mostrato un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper, però, si trova in carcere da un anno e mezzo. "È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta", ha incitato il pubblico dal palco l'artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato nel telefono.
Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato quindi degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. Mentre, nel frattempo, da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.