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Abbiategrasso, positivi al Covid 7 infermieri vaccinati a gennaio con doppia dose Pfizer

All’ospedale di Abbiategrasso, in provincia di Milano, sette infermieri sono risultati positivi al Coronavirus nonostante a gennaio avessero ricevuto la doppia dose di vaccino Pfizer. Solo due di loro hanno sintomi, non gravi. Anche in una Rsa di Cremona quindici persone erano risultate positive.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sette infermieri sarebbero risultati positivi al Coronavirus all'ospedale di Abbiategrasso, in provincia di Milano, nonostante fossero stati vaccinati a gennaio. Tutti e sette, che avrebbero ricevuto la dose di Pfizer a gennaio, sarebbero risultati positivi alla variante inglese.

Solo due infermieri hanno sintomi lievi

Al momento – stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa – solo due presenterebbero sintomi lievi, tra i quali: assenza di gusto, cefalea e raffreddore. Tutti gli altri invece non avrebbero nessun sintomo e avrebbero scoperto la loro positività dopo essere stati sottoposti al tampone molecolare. Solo uno sarebbe stato impegnato in un reparto Covid.

Sulla questione si è espresso il primario di Medicina degli ospedali di Magenta e Abbiategrasso: "Il messaggio – ha spiegato all'agenzia di stampa Agi Nicola Mumoli – dimostra l’importanza del vaccino perché senza di esso uno degli infermieri sarebbe potuto finire in ospedale". Il primario ha specificato l'importanza di vaccinarsi ma anche di rispettare le regole: "Anche dopo il vaccino, bisogna continuare a utilizzare i dispositivi di protezione e le distanze sociali".

Quindici ospiti positivi dopo il vaccino alla Rsa di Cremona

Una situazione simile è avvenuta anche in una Rsa Solidale di Cremona: qui sono risultati positivi al Covid quindici ospiti nonostante, tra gennaio e febbraio, fossero stati sottoposti al vaccino. In pochi di loro sarebbero stati ricoverati in ospedale mentre altri non avrebbero presentato nessun sintomo. La struttura, in un'intervista a Fanpage.it, ha dichiarato: "I casi sono allo studio delle autorità sanitarie. Quando abbiamo scoperto le positività abbiamo immediatamente allertato le divisioni di Infettivologia dell'ospedale di Cremona e il Sacco di Milano".

Il vaccino protegge al 94,7 per cento

Il farmaco offre una protezione pari al 94,7 per cento. La restante percentuale indica che il contagio potrebbe comunque essere possibile. Come dimostrato da questi casi però c'è una netta riduzione della gravità della malattia: i sintomi dopo il vaccino sono infatti inferiori rispetto a quando non vi è copertura. Lo stesso primario Mumoli ha spiegato che: "Quando si dice che il vaccino è efficace nel 93 per cento dei casi si intende che è praticamente azzerato il rischio di sviluppare la polmonite che può portare all’ospedalizzazione". Il medico ha ribadito che il discorso cambia quando si parla di trasmissibilità: "Soprattutto nel caso della variante inglese che è più contagiosa. Come detto però, una volta che ci si è vaccinati, il virus non porta a sviluppare una malattia grave".

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