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A cosa servono gli incontri sulla casa di Comune di Milano e Città Metropolitana

Si è tenuto ieri a Palazzo Isimbardi il tavolo per il canone concordato convocato da Comune di Milano e Città Metropolitana: l’obiettivo è arrivare entro fine giugno a un accordo che preveda la possibilità di istituire affitti per studenti a prezzo calmierato. Con meno tasse per i proprietari di casa.
A cura di Francesca Del Boca
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Le proteste degli studenti a Milano
Le proteste degli studenti a Milano

Dopo le proteste degli studenti in tutta Italia, nate da quella delle tende del Politecnico di Milano, il tema del costo delle case per universitari, classe media e lavoratori è diventato una questione nazionale. Ma resta ancora più milanese che mai, al punto da diventare oggetto di discussione, ogni mercoledì da qui a fine giugno, di una serie di tavoli istituzionali convocati da Comune di Milano e da Città Metropolitana.

Ieri si è tenuto il primo incontro, dopo il "summit zero" dell'11 maggio alla presenza del sindaco Beppe Sala, davanti agli amministratori di 133 Comuni della Città Metropolitana, i sindacati degli inquilini, le associazioni dei proprietari di casa, le associazioni studentesche e il Comune di Milano con l’assessore Pierfrancesco Maran.

Il canone concordato anche per le singole stanze

L’obiettivo è arrivare presto, nel giro di un mese, a una condivisione di principi sul canone concordato metropolitano anche per le singole stanze in affitto.

Che significa? Che con nuovi accordi, per usare le parole dell'assessore Maran, agli studenti potrebbe essere garantito "un prezzo massimo di affitto concordato, fissato dalle parti sociali, mentre i proprietari vedrebbero "un notevole risparmio sulla tassazione". Meno spese per studenti, insomma, e meno tasse per chi mette in affitto il proprio appartamento.

Per raggiungere l’obiettivo di fine giugno dovranno essere coinvolti i "piccoli proprietari, fissando tariffe coerenti con i benefici della legge, ossia una cedolare secca al 10 per cento anziché al 21 per cento, che possa portare non solo ad avere numeri massivi ma anche fare da “cerniera” nei confronti di prezzi che oggi sono alti ma potrebbero alzarsi ancora".

Ma non è finita qui. Per i prossimi mesi, infatti, sono in programma altri interventi su aspetti cruciali della strategia della casa, definiti nel documento recentemente presentato al Forum dell’Abitare.

La strategia per l'emergenza abitativa di Milano

Al centro della discussione cittadina, infatti, sono anche eventuali nuove misure di sostegno per gli affitti, o contributi destinati a genitori under 35 che vivono in affitto con un figlio nato o adottato nel 2023: si tratterebbe di un bonus triennale da 9mila euro, ovvero 250 euro al mese, in arrivo da Palazzo Marino.

Così come si discute della creazione di una "Società Casa" che faccia tornare a crescere il patrimonio immobiliare di palazzi popolari arrivando, entro il 2030, dai 22mila ai 25mila. Puntando inoltre al bonus 110 per cento per la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico esistente.

La stretta contro gli affitti brevi anche a Milano

E ancora, la richiesta da parte del Comune di Milano di istituire anche per il capoluogo lombardo una "norma Venezia" contro gli affitti brevi in stile Airbnb, come accaduto nella città lagunare. Ma la ministra del Turismo Daniela Santanchè frena, mettendo già in chiaro: "Non sarà sul modello Venezia: sicuramente ci sarà un codice identificativo nazionale, mentre oggi è regionale. Vogliamo uniformarlo perché abbia caratteristiche per tutti uguali, in modo che senza quel codice non si possa andare sulla piattaforma".

L’obiettivo, per il governo, è infatti "non criminalizzare" le piattaforme: "Siamo assolutamente contrari a farlo. C’è bisogno di regolamentare, e su questo siamo tutti  d’accordo".

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