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Michele Zagaria, il re del cemento

Identikit criminale di uno dei più pericolosi uomini della criminalità organizzata italiana. Cemento e rifiuti, gli affari principali del manager della camorra.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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Arrestato il boss Michele Zagaria

Non un criminale comune ma un vero e proprio manager del malaffare. Un imprenditore capace di utilizzare il potere intimidatorio e il denaro liquido della camorra per condizionare tutto il mercato nazionale dell'edilizia. E' questa la definizione più appropriata che si può attribuire a Michele Zagaria, il numero uno dei Casalesi arrestato ieri mattina. Le numerose inchieste che l'hanno visto coinvolto hanno chiarito il suo ruolo di grande burattinaio nell'affare del cemento. I principali obiettivi del clan erano i grandi appalti pubblici e commerciali, dove c'era da costruire c'erano gli uomini del clan.

Sfruttando le migliori maestranze italiane, quelle dell'agro – aversano, ha messo le mani su appalti dalla Calabria all'Emilia Romagna, regione preferita dal clan, costruita in gran parte con cemento casalese. Cemento scadente si intende, prodotto a basso costo, per essere competitivi sul mercato senza dover fare "offerte che non potevano rifiutare", ma solo l'offerta più vantaggiosa. Non è mai comparso nelle aule di giustizia nei processi a suo carico. Tutti celebrati in contumacia, gli sono valsi tre ergastoli. Il primo comminato nel maxi – processo "Spartacus" nel 2008 arrivato all'appello.

Zagaria riuscì a scampare proprio al blitz di quella operazione nel dicembre del 1995 e da allora è sempre stato latitante per sedici anni. Il suo arresto è avvenuto esattamente sedici anni dopo quell'operazione e dà un colpo mortale al clan più pericoloso della Camorra. Inserito nei quindici latitanti più pericolosi d'Italia, nel 2006 Roberto Saviano ha scritto di lui come l'erede di Provenzano. Secondo l'autore di Gomorra, dopo la cattura del boss della mafia, era lui l'uomo più pericoloso della criminalità organizzata italiana. E' stato condannato ad un secondo ergastolo nel 2010come mandante dell'omicidio di Pasquale Piccolo avvenuto nel 1988. Lo scorso 15 ottobre è stato condannato al terzo ed ultimo ergastolo.

I suoi affari non si limitavano al cemento. L'altro grande serbatoio di denaro del clan era l'affare rifiuti. Zagaria era il garante del clan anche in questo campo e per questo ha avuto contatti con gli apparati dello stato deviati. Dalla politica ai servizi segreti i suoi contatti non avevano limiti e averlo arrestato significa per l'Antimafia aver tagliato i ponti con la zona grigia, la più pericolosa per la lotta al crimine organizzato.

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