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Matteo Salvini rischia il processo per vilipendio all’ordine giudiziario

Il ministro dell’Interno rischia di andare a processo: non per il caso della nave Diciotti (su cui dovrebbe essere ‘salvato’ dal Senato) ma per un’altra indagine a suo carico per vilipendio all’ordine giudiziario. La procura di Torino ha chiesto e ottenuto l’individuazione di una data per celebrare l’eventuale processo prima dell’estate.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ancor prima di archiviare il caso Diciotti e la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti da parte del Tribunale dei ministri di Catania, Matteo Salvini si trova di fronte a un nuovo, possibile, guaio giudiziario. La procura di Torino ha infatti chiesto e ottenuto dal tribunale l’individuazione di una data per celebrare un eventuale processo a carico del leader della Lega per il reato di vilipendio all’ordine giudiziario. La notizia viene fatta trapelare da ambienti del palazzo di giustizia: l’iniziativa dei pm sarebbe solamente il preludio di una citazione diretta a giudizio, considerando che per questo tipo di reato non è prevista la celebrazione dell’udienza preliminare. Da quel che è emerso finora, in caso di causa, la sua celebrazione in tribunale inizierà prima dell’estate. I fatti da cui potrebbe prendere vita il processo riguardano l’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario mossa a Salvini per aver pronunciato, nel febbraio del 2016, durante un comizio a Collegno, frasi offensive contro la magistratura italiana.

Il pm titolare dell’inchiesta, Emilio Gatti, ha ottenuto dal tribunale una data per l’udienza preliminare precedente all’inizio dell’estate. Come da prassi, ora il pubblico ministero dovrà firmare il decreto per la citazione diretta in giudizio del vicepresidente del Consiglio. Intanto questa mattina è stata diffusa la notizia che la procura generale del Piemonte ha respinto la richiesta dei legali di Salvini di avocare il fascicolo in cui il vicepresidente del Consiglio è indagato per vilipendio dell’ordine giudiziario. Alcuni giornali locali spiegano che ad occuparsi del caso continuerà a essere la procura presso il tribunale.

Salvini è indagato per le frasi pronunciate a Collegno il 14 febbraio 2016, quando parlava degli sviluppi di un’inchiesta della procura di Genova sulla rimborsopoli dei consiglieri regionali liguri. In quell’occasione disse: “Difenderò qualunque leghista venga indagato da quella schifezza che è la magistratura”. Negli scorsi mesi, i pubblici ministeri avevano ricevuto l’autorizzazione a procedere da parte del ministro della Giustizia e hanno notificato a Matteo Salvini l’avviso di chiusura delle indagini.

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