Maroni: “Governo da licenziare. Pensa solo a completare la Salerno-Reggio” (VIDEO)

Piazza dei Signori a Verona è gremita di camicie verdi per il No Imu Day della Lega Nord. Centinaia di militanti e amministratori locali del Carroccio muniti di bandiere della Padania sono arrivati nella roccaforte leghista per ascoltare leader vecchio e nuovi. Sul palco è salito prima Roberto Maroni. E poco fa, un po' a sorpresa, è arrivato in piazza anche Umberto Bossi. L'ex Ministro dell'Interno ne ha un po' per tutti, anche se il suo discorso sa tanto di disco rotto: «Oggi inizia una guerra istituzionale contro il governo» esordisce Bobbo, in riferimento al motivo principale dell'evento padano, cioè «la protesta dei sindaci, dei cittadini, degli amministratori contro una tassa ingiusta».
Oggi è un giorno simbolico perché domani si paga l'Imu ma la protesta continuerà e diventerà più forte in autunno, i nostri sindaci violeranno il patto di stabilità: questa è l'azione che noi faremo per contestare il patto di stabilità che penalizza i sindaci del nord, i sindaci della Padania che l'Imu non la fanno pagare, mettendo allo zero per cento. Altri pagano loro l'Imu per i cittadini, altri come forme di protesta non approveranno il bilancio.
In un periodo in cui il Governo tecnico sempre aver perso i consensi è giocoforza cavalcare l'onda del sentimento anti-Monti. E, in tal senso, Maroni è un fiume in piena. Innanzitutto punta il dito contro il decreto sviluppo «che parla di 80 miliardi, ma sono 80 miliardi di balle, l'unica cosa che c'è è ancora una volta il completamento della Salerno-Reggio Calabria, guarda caso, della serie, se le novità sono queste…» L'ex ministro fa da eco ad Angelino Alfano che nei giorni scorsi aveva usato parole molto simili nel commentare l'ultimo provvedimento approvato in Cdm. «Alfano dice che è contrario?» si chiede, dunque, Maroni, «bene, voti contri il governo, tolga la spina al governo e poi ricominciamo a parlare».
Nel mirino del nuovo leader della Lega c'è anche il Ministro Fornero che «ha combinato un disastro che colpirà 300 mila lavoratori padani e le loro famiglie» in riferimento al pasticcio sul numero degli esodati. «E' un attentato vero e proprio; un disastro sociale al quale noi rimedieremo» dice ancora Maroni. La Fornero così come gli altri ministri «sono da licenziare». Non usa mezzi termini l'ex capo del Viminale «noi vogliamo licenziare questo governo: non abbiamo paura delle elezioni anticipate, perché il popolo, la sovranità del popolo, ha sempre ragione».
Il tema nuovo del discorso di Maroni è Beppe Grillo. I vertici leghisti sanno bene che dopo lo scandalo, ipotizzato dai magistrati, dei rimborsi elettorali sottratti alle casse del Caroccio, buona parte dell'elettorato di Padania si è spostato verso il Movimento 5 Stelle. Ecco perché Maroni accusa il leader dei grillini di «non parlare al nord. Grillo parla di casta, di tante cose che hanno presa». la Lega invece «a partire da oggi riprende in mano la questione settentrionale». E a questo punto molti militanti tra il pubblico veronese, hanno inneggiato e scandito la parola "secessione". E così Maroni rincara la dose:
Questa non è la mia Lega questa è la Lega nord per l'indipendenza della Padania, così si chiama e così continuerà ad essere. Non è la Lega di qualcuno è la Lega di tutti i militanti, dei sindaci, dei cittadini, degli amministratori della Lega e di chi li vota»