Marò, istanza contro l’uso della polizia antiterrorismo

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i nostri due marò detenuti in India con l’accusa di omicidio, hanno presentato un'istanza in cui si oppongono all'utilizzazione della polizia antiterrorismo Nia per le indagini sul loro caso. Lo ha rivelato l'Ansa citando fonti giudiziarie di New Delhi che avrebbero assicurato che la petizione è stata già presentata dai legali dei due fucilieri giovedì mattina in tribunale. Dopo la decisione di rinunciare al Sua Act, la legge antiterrorismo, la Corte Suprema indiana, infatti, aveva lasciato il compito delle investigazioni sul caso al Nia. Per questo ora i due fucilieri di marina hanno fatto ricorso spiegando che senza legge antiterrorismo non può esserci l'azione della Nia. Nel documento, composto da circa una cinquantina di pagine, in sostanza si sostiene che per la sua stessa natura di polizia antiterrorismo, la National Investigation Agency non può agire senza la presenza di specifiche leggi come quella contro la pirateria. La Corte indiana si è riservata qualche giorno per decidere e intanto ha chiesto alle parti di presentare una propria memoria per sostenere giuridicamente le rispettive posizioni in merito.

L'intervento del Ministro degli esteri – Intanto sul caso marò è intervenuta oggi anche il neoministro degli Esteri Federica Mogherini. Attraverso il suo profilo twitter, la ministra ha spiegato di aver appena avuto un colloquio telefonico con il suo omologo di New Delhi sul caso dei due fucilieri di marina italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre,  confermando l'impegno del governo. "Lavoriamo per riportarli in Italia" ha scritto Mogherini nel suo tweet.